SLOVACCHIA, IL PREMIER FICO SI DIMETTE, UN SOVRANISTA DI MENO
LA CRISI POLITICA SCATENATA DALL’ASSASSINIO DEL GIORNALISTA JAN KUCIAK CHE INDAGAVA SUI RAPPORTI TRA IL GOVERNO E LA ‘NDRANGHETA
Il primo ministro slovacco Robert Fico getta la spugna: sotto pressione da settimane per la crisi politica innescata dall’assassinio del giornalista investigativo Jan Kuciak, ha annunciato le sue dimissioni.
Ma ha posto come condizione che il presidente Andrej Kiska accetti di riconoscere al partito del premier, il socialista-populista Smer, il diritto di nominare un successore alla guida dell’esecutivo. In sostanza chiede che venga rispettato il risultato delle elezioni di due anni fa e non ne vengano indette di anticipate.
Lunedì si era dimesso il ministro dell’Interno Robert Kalinak, dopo le partecipatissime manifestazioni di protesta e le pressioni degli alleati della coalizione tripartita scatenate dall’omicidio di Kuciak, che indagava sui legami tra politica e criminalità , e della sua compagna. In precedenza avevano lasciato altri esponenti delle istituzioni, compreso il titolare della Cultura.
La mossa di Fico è stata concordata con i leader alleati del Most-Hid, il partito della minoranza ungherese, e dell’ultranazionalista Partito nazionale slovacco.
Kiska aveva invece proposto un sostanziale rimpasto di governo o le elezioni anticipate.
Sull’omicidio Kuciak grava l’ombra della ‘ndrangheta. Il primo marzo erano stati arrestati sette italiani, alcuni appartenenti alla famiglia Vadalà , che erano stati rilasciati due giorni dopo perchè non erano emerse “prove sufficienti a passare a un’accusa formale”.
Ieri Antonino Vadalà è stato arrestato su mandato della procura di Venezia nell’ambito di un’indagine su traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio e mafia.
(da agenzie)
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