SOBRIETA’ IN AULA, POCA GENTE IN PIAZZA E LA RAGGI ROVINA LA GIORNATA AI CINQUESTELLE
RINVIATA IN COMMISSIONE LA PROPOSTA M5S TAGLIA STIPENDI… GRILLO ORDINA SERIETA’ IN AULA PER CONQUISTARE IL VOTO DEI MODERATI… L’INTERVISTA DI VIRGINIA CREA MAL DI PANCIA
Istituzionali in Aula e un po’ di calore fuori anche se gli attivisti M5S in piazza, secondo le adesioni registrate, sarebbero dovuti essere molti di più.
E la potenza di fuoco è assai lontana dai tempi di “Ro-do-tà -tà -tà “.
Beppe Grillo si siede in tribuna alla Camera quando nell’emiciclo di Montecitorio è appena iniziata la seduta che per la maggioranza ha come unico obiettivo quello di rinviare in commissione il prima possibile la proposta di legge 5Stelle sul taglio degli stipendi dei parlamentari.
Il leader pentastellato, giacca obbligatoria alla Camera ma niente cravatta, dice che l’ora della “sobrietà “. Che tradotto significa: niente striscioni e niente schiamazzi.
Poi ai cronisti dice pacatamente: “Oggi è il pace e bene day. Questa non è una legge per tagliare, tagliare è una parola violenta. È un atto di buona volontà che faranno i parlamentari e io li ringrazierò, li accarezzerò e li abbraccerò uno per uno, anche quelli del Pd. Anche la Chiesa è contenta, figurati il Papa come sarebbe felice”.
Per il leader pentastellato, in questa circostanza, bisogna dare l’idea di voler vincere forti delle proprie ragioni per conquistare così gli italiani moderati.
Quindi non trattare in Aula l’argomento stipendi in maniera protestataria e agitatoria, ed evitare che l’aspetto spettacolare e guerresco finisca per sovrastare il merito della battaglia. E infatti non ci sono urla da stadio, nè cartelli o occupazione dei banchi del governo, a maggior ragione perchè la presidenza dell’Aula è toccata a Luigi Di Maio. Era stato anche preparato uno striscione che tuttavia viene srotolato soltanto in piazza, davanti a un centinaio di attivisti, quando Alessandro Di Battista inizia a urlare: “Lì dentro sono ignobili, il Pd è gentaglia pericolosa”.
Parlano in tanti, parla tutto il Direttorio, ci sono anche i senatori, come ha chiesto Grillo, che invece non si fa vedere per lasciare a loro la scena: “Adesso andiamo a vincere il referendum”, si sente tra gli urli: “Onestà , onestà , onestà ”.
In Aula i toni sono diversi ma si registra comunque qualche colpo di scena e qualche battibecco qua e là . Il Pd chiede l’inversione dell’ordine del giorno, cioè chiede che venga discussa prima la proposta di Roberta Lombardi sui costi della politica e poi l’altro argomento in programma.
Perchè? Due motivi di fondo. Il primo è perchè l’inversione dell’odg lo avrebbe chiesto il Movimento 5 Stelle e un “no” da parte della maggioranza avrebbe aizzato le prime proteste.
E il secondo riguarda il rischio di far slittare il provvedimento a mercoledì e ciò si sarebbe tradotto in un altro giorno di manifestazioni pentastellate contro i costi della politica.
Quindi, la parola d’ordine dei dem sembra essere: “Fare presto per disinnescare il protagonismo M5S”.
Così si inizia a discutere della proposta pentastellata e Lorenzo Dellai, capogruppo di Centro democratico, chiede di rinviare il provvedimento in commissione: “Votare ciò alla vigilia di un referendum che potrebbe modificare radicalmente l’assetto delle camere non ha molto senso”, dice.
Ma immediatamente replica Roberta Lombardi, prima firmataria della proposta: “Adesso capiamo fino in fondo l’osceno giochetto visto in comitato dei nove dove la maggioranza ha votato per non votare i pareri sugli emendamenti e poi ha mandato il sottopanza della maggioranza e del Governo a fare il lavoro sporco al posto del Pd”. Poi è il momento di Ettore Rosato, capogruppo dem, che tira in ballo Grillo invitandolo a recarsi in Campidoglio, e non solo nell’Aula di Montecitorio, “a controllare le auto blu”.
Parole che dagli scranni M5S sono accolte con un applauso ironico mentre Grillo, dal loggione, applaude e urla sarcastico: “Bravo, bravo!”. Anche in questo caso niente urla, come richiesto dal leader.
“Il rischio — più di un deputato grillino la legge così — era quello di finire sotto attacco del Pd sul caso Roma e di spostare l’attenzione sulla Capitale. Qualcuno ha anche citato Paola Muraro, meglio lasciar perdere…e poi proprio oggi, meglio di no”.
La giornata in casa 5Stelle è infatti iniziata male.
L’intervista di Virginia Raggi è stata per molti parlamentari un boccone indigesto a colazione, non solo per la gaffe sui frigoriferi ma anche perchè l’attenzione di oggi doveva essere tutta sulla proposta di legge targata M5S e invece così non è stato.
Per il Pd la proposta sul taglio degli stipendi è un capitolo chiuso ma per i 5Stelle no. Adesso sarà chiesto di calendarizzare la proposto sul taglio degli stipendi durante la sessione di bilancio trattandosi di risparmi per lo Stato.
(da “Huffingtonpost”)
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