SOLO IN ITALIA UNA CAMERA SU DUE RESTA VUOTA, NEL MONDO FLUSSI TURISTICI IN AUMENTO
UN ANNO DISASTROSO PER IL SETTORE TURISTICO ITALIANO…NEL NOSTRO PAESE PRESSIONE FISCALE DOPPIA RISPETTO AGLI ALTRI PAESI EUROPEI… IN EUROPA GLI ARRIVI TURISTICI NEGLI ALBERGHI SONO AUMENTATI DEL 53,6%, IN ITALIA SOLO DEL 4% DI STRANIERI… IL TASSO DI OCCUPAZIONE DELLE CAMERE E’ SCESO AL 59,5%
Non sono certo confortanti i dati dell’osservatorio Aica (Associazione delle grandi catene alberghiere), presentati due giorni fa a Milano, che descrivono un turismo italiano in caduta libera, in controtendenza rispetto alla concorrenza mondiale ed europea che invece dà segnali di crescita. Venezia ha avuto una flessione delle presenze alberghiere del 13% ulteriore, rispetto all’anno precedente che già era stato negativo.
E anche le altre città turistiche italiane se la passano male.
Questo in un quadro generale che vede un’inflazione di siti alberghieri in vendita e con le grandi catene internazionali che annunciano per i prossimi due anni un miliardo di euro di investimenti proprio sul mercato italiano che soffre invece di nanismo aziendale.
In Italia 1.034.000 camere d’albergo sono frammentate in 33.768 strutture, con una media di 30,6 camere per albergo.
La presenza delle grandi catene (quelle che gestiscono alberghi con oltre 150 camere) rappresenta in Italia solo il 4% del totale contro una media europea del 20%.
In un contesto tributario che vede il settore penalizzato da una pressione fiscale doppia rispetto ai concorrenti europei e che impedisce investimenti a molti piccoli operatori.
Secondo l’osservatorio Aica, l’Italia è in controtendenza specie per quanto riguarda le performance economico-gestionali delle sue strutture alberghiere. Il che innesca una miscela esplosiva in un Paese in cui le strutture turistiche vivono sulla lama del rasoio di redditività basse ed efficienza decrescente.
In Italia il settore turistico, benchè in crisi e con una flessione occupazionale dell’1,4%, concentra in sè ben l’11,4% del Pil, contro l’8% dell’industria automobilistica, quindi un settore che dovrebbe essere tenuto in massima considerazione nelle scelte governative.
Il mercato turistico mondiale è in costante crescita, rappresenta un affare miliardario: in Europa gli arrivi sono aumentati del 53,6% e una crescita del 4,8%, in Italia purtroppo gli arrivi sono cresciuti solo del 2,3% per gli Italiani e del 4% per gli stranieri.
Se pensiamo che secondo le più recenti stime della World Tourism Organization, nel 2020 i turisti internazionali saranno 1,56 miliardi, il potenziale di mercato da contendersi, con i nuovi arrivi da Medio Oriente e Asia, apre prospettive enormi.
L’Italia non è attrezzata ad affrontare questa competizione con strutture idonee, come ha sottolineato anche la Michela Brambilla.
Il tasso di occupazione delle camere negli hotel italiani è in caduta libera e mediamente quest’anno dovrebbe attestarsi sul 59,5% contro il 63,7% del 2007.
In flessione anche i ricavi per camera occupata, con un decremento dell’1,8% nella redditività alberghiera.
In Italia solo il turismo congressuale regge gli standard e i livelli internazionali.
Da qui occorre partire per un serio rilancio del settore, partendo da una diminuzione secca della pressione fiscale, altrimenti non se ne esce.
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