SOLO L’ITALIA SI E’ DIMENTICATA IL REDDITO MINIMO
TRA TALK E POLEMICHE TRASCURIAMO CHI SOFFRE PER LA CRISI
“Se diventerò governatore della Liguria proporrò un reddito minimo garantito”. La promessa di Sergio Cofferati, fatta durante uno dei tanti dibattiti per le primarie del Pd, è passata inosservata.
Ma le parole di Cofferati — che da anni, anche in Europa, propone il reddito minimo — potrebbero avere un grande peso politico.
Primo, aprono un fronte all’interno del Pd diviso tra le proprie radici di sinistra e il desiderio di mostrarsi “moderno” (qualunque sia il significato della parola).
Secondo, potrebbero rivelare il tentativo di una parte del centrosinistra di erodere consenso al M5S che aveva lanciato questa battaglia, ma adesso sembra più interessato a marcare la Lega (dimenticando che molti dei suoi elettori non sono di destra).
Ma lasciamo questi ragionamenti agli analisti politici.
Il punto è un altro: il reddito minimo, una somma garantita a chi non ha lavoro e a chi, soprattutto le donne, pur avendo un impiego non riesce a mettere insieme un salario decente
Lo ha scritto Salvatore Cannavò su queste pagine: Italia e la Grecia sono gli unici paesi europei a non prevederlo (in Parlamento giacciono tre proposte di legge e la Regione Friuli vorrebbe sperimentarlo nel 2015).
Perchè? Non è solo una questione di bilanci disastrati (costerebbe 15 miliardi in una versione minima).
È soprattutto un modo di vedere la nostra società . E quindi la vita.
Ormai non esiste un talk show degno di questo nome in cui non sia presente tra gli ospiti un imprenditore, quasi fosse il rappresentante dell’italiano tipo.
Niente contro gli imprenditori, per carità , sono una delle ancore di salvezza del nostro Paese. Rischiano del proprio e sono costretti a continui equilibrismi tra adempimenti assurdi e tasse che somigliano talvolta a capestri.
Ma nel frattempo sembriamo esserci dimenticati che esistono milioni di persone che stentano ad arrivare a fine mese. Sono anche loro italiani.
Di più: in preda a una sorta di marchionnismo imperante ci stiamo convincendo che dietro la difficoltà , la miseria ci sia una responsabilità , perfino una colpa.
Non è così, come non è vero che dietro le fortune economiche ci siano sempre meriti. Esiste un destino che non dipende da noi.
Il reddito minimo non è una tutela soltanto per chi lo riceve, ma per l’intera società .
Evita che migliaia di persone scivolino nell’emarginazione e richiedano così investimenti ben più consistenti per l’assistenza sociale.
Riduce perfino il rischio di delinquenza. Ma è anche un investimento nel futuro, perchè aiuta chi non ha mezzi a garantire occasioni ai propri figli che porteranno avanti il Paese di domani.
Soprattutto, ricorda ai cittadini che la società li sostiene.
Che, insomma, hanno un valore non solo quando producono. Ma in quanto persone. L’Europa (si va da 500 a 1.500 euro) sembra averlo capito.
L’Italia no. Perchè?
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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