SONDAGGIO IPSOS: A ROMA RAGGI BATTEREBBE TUTTI AL BALLOTTAGGIO
PARTITI: M5S 29,8%, PD 24,8%, FDI 11,8%, FORZA ITALIA 11%, SINISTRA 6,2%, LEGA NORD 3,6%, LISTA MARCHINI 3,4%, NCD 2,2%, LA DESTRA 0,9%
Il Movimento 5 Stelle capeggia la graduatoria con il 29,8% delle preferenze, in crescita rispetto a tutte le consultazioni precedenti.
A seguire il Pd con il 24,8%, in forte calo rispetto alle Europee (quando ottenne il 43,1%) e in calo più contenuto rispetto alle precedenti comunali (26,3%%, quando però la lista Marino ottenne il 7,4%).
A seguire Fratelli d’Italia (11,8%) e Forza Italia che si attesta a 11%.
A sinistra Sel (3,6%) e Si (2,6%) ottengono lo stesso risultato di Sel alle europee (6,2%).
Quindi, Lega Nord (3,6%) e Lista Marchini (3,4%).
Nello scorso mese di febbraio aveva destato molta sorpresa la dichiarazione della senatrice Taverna secondo la quale a Roma ci sarebbe stato un complotto per far vincere il Movimento 5 Stelle.
Sembrava una provocazione, come se i principali partiti di fronte al compito improbo di amministrare la capitale d’Italia si stessero impegnando per non vincere.
I risultati del sondaggio odierno, realizzato presso un campione rappresentativo di elettori romani, sembrerebbero confermare il presagio dell’esponente pentastellata.
Giudizi negativi sulla qualità della vita
Roma appare una città fortemente provata, e non solo dalla vicenda dell’inchiesta Mafia capitale. Più di un romano su due (56%), infatti, esprime un giudizio negativo sulla qualità della vita nella propria zona di residenza laddove il confronto con le altre città metropolitane evidenzia che due residenti su tre (61%) si esprimono positivamente.
A tre mesi dalle elezioni abbiamo testato notorietà e gradimento dei diversi candidati che potrebbero contendersi la poltrona di sindaco e gli orientamenti di voto.
Come sempre si ricorda che si tratta di una fotografia istantanea che ritrae gli attuali rapporti di forza tra i contendenti e non la prefigurazione dell’esito finale delle elezioni. Inoltre va sottolineato che le interviste si sono concluse prima dell’annuncio della mancata candidatura del sindaco uscente Ignazio Marino che, viceversa, compare nel sondaggio.
Il gradimento
Riguardo al gradimento è interessante osservare che con la sola eccezione di Virginia Raggi per la quale i giudizi positivi (27%) prevalgono di 2 punti su quelli critici (25%), per tutti i candidati il saldo è negativo, in particolare per Storace (-53%), Marino (-51%), Bertolaso (-42%), Fassina (-37%) e Razzi (-36%).
D’altra parte le vicende politiche recenti e le dinamiche che hanno portato alle diverse candidature hanno acuito tensioni all’interno degli elettorati delle aree politiche.
In particolare nel centrodestra dove con ogni evidenza appare in corso una competizione per la leadership nazionale. Salvini sostiene Giorgia Meloni, osteggiando sia la candidatura di Bertolaso, fortemente sostenuta da Berlusconi, sia quella «civica» di Alfio Marchini.
Raggi prima
Virginia Raggi al momento si colloca in testa alla graduatoria delle intenzioni di voto con il 27,5% delle preferenze, seguita da Roberto Giachetti (22,5%), Giorgia Meloni (20%) e, più staccati, Guido Bertolaso (12%) e Alfio Marchini (6,5%).
Il sindaco dimissionario Ignazio Marino che, come detto, non si candiderà è accreditato del 4%.
L’area «grigia» costituita da astensionisti (36,3%) e incerti (15,5%) è molto ampia e riguarda poco più di un romano su due.
Ballottaggi
Virginia Raggi oggi prevale contro tutti i possibili competitori: nettamente contro Bertolaso (59,8% a 40,2%), abbastanza nettamente contro Giachetti (55,4% a 44,6%) e di misura contro Meloni (50,9% a 49,1%).
Sfiducia
Il quadro che emerge, quindi, è piuttosto articolato. Raggi e il Movimento 5Stelle sono in testa ma fatica ed emergere un orientamento univoco.
Nessuno sembra convincere la maggioranza dei romani della bontà delle proprie scelte e della possibilità di un cambiamento.
E, d’altra parte, con il commissario Tronca sono emerse altre vicende che hanno indignato molti romani, dagli appalti pubblici alla vicenda delle case comunali date in affitto a canoni bassissimi, talora nemmeno riscossi.
Metter mano all’amministrazione di Roma è un compito difficile e ingrato che probabilmente comporterà scelte impopolari.
Molti si domandano se non sarebbe stato utile prolungare la durata del commissariamento anzichè andare ad elezioni. Roma è una città ferita.
Chiunque vincerà le elezioni è chiamato non solo a cambiare profondamente la situazione ma dovrà porsi il problema di riportare serenità e ridare alla popolazione un senso di appartenenza e un orgoglio che sembrano mancare da troppo tempo.
Nando Pagnoncelli
(da “il Corriere della Sera”)
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