SONDAGGISTI CONCORDI: UN PARTITO DI FINI VALE GIA’ OGGI IL 10%, MA SE CREA UNA COALIZIONE SFONDA IL 20%
I DUE MAGGIORI SONDAGGISTI PARLANO DI “FUTURO E LIBERTA” COME DI UNA REALTA’ CON CUI FARE I CONTI… SE SI RADICA SUL TERRITORIO CON LE SUE STRUTTURE, E’ DESTINATO A CRESCERE ANCORA… IL PDL SCENDE AL 28,5%… L’ELETTORE DI FINI PROVIENE PER IL 55% DAL PDL, PER IL 22% DALL’ASTENSIONISMO, PER IL 15% DALLA SINISTRA
Quanto vale Gianfranco Fini in percentuale?
Ora che la divisione da Berlusconi è visibile a tutti, quanti voti prenderebbe alle elezioni politiche la sua nuova formazione politica?
Nessuno può rispondere con precisione, perchè sono troppe le variabili da valutare all’interno di una situazione politica in costante evoluzione e in periodo vacanziero.
Ma se valutiamo i rilievi fatti da Renato Mannheimer e da Crespi Ricerche emerge un dato comune: Fini è intorno al 10% per entrambi.
L’Ispo di Renato Mannheimer vede un Fini che può arrivare al 10% se decide di correre da solo: se poi mettesse a punto una coalizione più ampia e aggregasse altre forse centriste, potrebbe tranquillamente sfondare il muro del 20%.
Crespi Ricerche è andato più a fondo, indicando anche le percentuali degli altri partiti, in caso si presentasse un partito di Fini.
Al presidente della Camera viene dato un prudente 9,5% sicuro, con forbice fino al 12%, mentre il Pdl scenderebbe al 28,5%, la Lega ferma al 12%, il Pd al 25%, Idv al 6,5%, Udc al 6%, sale Vendola al 5,5%, intorno all’1% i partiti minori.
Crespi ha poi sondato l’elettorato che nel 2006 votò per l’ultima volta per Alleanza Nazionale: il 48% sceglie ancora Fini, il 26% Berlusconi, il 17% la Destra di Storace che però oggi sta con il premier (e questo non gli giova al momento del voto), il 5% vota Udc e solo il 2% la Lega.
Dimostrazione quest’ultimo dato di quanto fosse fasullo il “teorema La Russa”, in base al quale i voti di An al nord sarebbero andati alla Lega.
Ma Crespi risponde a un’altra domanda: da dove vengono gli elettori di Fini? Per il 55% dal Pdl (quindi Fini non recupera solo gli ex An, ma pesca anche negli ambienti di Forza Italia), per il 22% dal mondo dell’astensione (dato molto rilevante) per il 15% dalla sinistra, per un altro 8% da Udc e Lega.
Vi sono poi molte variabili che giocano a favore di Fini:
1) Come ha saputo gestire la frattura con Berlusconi e i temi della legalità che ha scelto come emblema del divorzio, un terreno dove il Pdl si è dimostrato fragile.
2) mentre il Pdl sul territorio spesso è carente, le strutture finiane sono già presenti e a novembre si terrà il primo meeeting congressuale nazionale di Generazione Italia, i cui circoli stanno nascendo come funghi in tutta Italia.
3) Più Berlusconi si appiattisce sulle posizione di Bossi, più facilita il lavoro di Fini che al Sud rischia di travolgere il Pdl, attraverso il lavoro coordinato con l’Mpa in Sicilia e la Poli Bortone in Puglia. Non dimentichiamo che già la Campania è sotto controllo finiano.
4) Ben 11 deputati su 33 sono poi del Nord e quindi anche qua la presenza è assicurata: la Lombardia è seconda quanto a numero di circoli di Generazione Italia, in Liguria ci sono già 500 iscritti, tanto per dare un’idea.
E a differenza della nomenklatura piediellina che litiga e non fa politica sul territorio, oltre ad avere il morale sotto i tacchi, i finiani hanno entusiasmo e molti giovani che stanno iscrivendosi ai circoli.
5) L’operazione aderenti al gruppo “Futuro e Libertà ” continuerà .
Si parla di adesioni di peso provenienti da Forza Italia: saranno centellinati per dare la sensazioni di fughe continue, ma costanti.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, la costituzione dei gruppi autonomi ha portato 2 milioni di euro, a disposizione per una eventuale campagna elettorale.
Tutti concordano su una cosa: questa è la fotografia attuale, ma in continua evoluzione e quindi può sfuggire ad analisi affrettate.
Se Fini azzecca le mosse al momento giusto e non sbaglia tempi e modi, le sorprese possono essere dietro l’angolo.
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