SONDAGGISTI: LA POLVERINI RISCHIA 160.000 VOTI E CIRCA IL 4% DEI CONSENSI
L’ASSENZA DEL LOGO DEL PDL RENDE QUASI IMPOSSIBILE LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA, SALVO UNA REAZIONE IMPREVEDIBILE DELL’ELETTORATO…IN REGIONE SALTEREBBERO POLITICI E RE DELLE TESSERE, ENTREREBBERO RAPPRESENTANTI DELLA SOCIETA’ CIVILE
Il pasticcio in sede di presentazione delle liste da parte del Pdl romano dovrebbe spianare la strada alla vittoria di Emma Bonino: troppo grande appare sula carta l’handicap rappresentato dall’assenza del logo del partito.
I sondaggisti si stanno da ieri esercitando sull’influenza che la novità avrà sul voto: c’è chi quantifica in 160.000 voti l’emorragia che subirà la candidata alla presidenza, Renata Polverini.
La gara che sembrava mettersi bene, dopo un avvio stentato, sembra di nuovo compromessa per la candidata del centrodestra.
Diamo un’occhiata ai dati: nel 2008, alle ultime provinciali nello stesso lembo di territorio dove ora gli elettori non troveranno il simbolo del Pdl, il partito aveva toccato la percentuale del 37,1%, tradotto in voti circa 842.000 consensi.
Secondo i sondaggisti se è vero che le Regionali sono tradizionalmente legate alla valutazione del candidato presidente, non si può nascondere che queste hanno una forte valenza politica.
Una parte di chi vota Pdl convergerà quindi ugualmente sulla Polverini, utilizzando le altre liste collegate, ma viene anche meno l’effetto bandiera di chi votava più che altro il simbolo.
Senza considerare un altro aspetto potenziale: Renata potrebbe fare il miracolo e vincere, ma con il rischio che la maggioranza dei consensi dei partiti vada al centrosinistra.
Luigi Crespi invece non crede a un successo della Polverini: una botta del genere a 30 giorni dal voto è quantificabile almeno nella perdita del 4% dei consensi.
Rimane un’incognita: la capacità di reazione dell’elettorato di centrodestra.
Se l’esclusione della lista venisse percepita come un’ingiustizia e la sinistra accentuasse troppo la cosa, potrebbe scattare una reazione di mobilitazione e allora assisteremmo a una gara da volata finale mozzafiato.
Non a caso Bersani, a differenza della Bonino, sta tenendo i toni bassi, da vecchia volpe della politica.
Ma la mancata presentazione della lista determinerà uno stravolgimento anche degli stessi consiglieri di centrodestra.
Salterebbero i politici in senso stretto e i signori delle tessere mentre avrebbero via libera i candidati della lista Polverini, rappresentanti della società civile.
Sarebbero fuori Giuseppe De Lillo (fratello del parlamentare Stefano e dell’assessore Fabio), Tommaso Luzzi, uomo vicino a Domenico Gramazio, gli ex assessori della giunta Storace Vincenzo Saraceni, Donato Robilotta, Bruno Prestagiovanni.
Avrebbero via libera dei nomi nuovi: Mariella Zezza, conduttrice del programma Rai “E’ il tempo delle donne”, il cardiochirurgo Massimo Martelli, l’uomo che si batte da una vita per la sopravvivenza dell’ospedale Forlanini, Ettore Viola, figlio del mitico presidente della Roma, Gianfranco Bafundi, dirigente di Confcommercio, l’attrice Pamela Villoresi, il sindacalista Luca Malcotti e il figlio d’arte Erder Mazocchi.
Capitolo a parte è il vantaggio che trarranno dalla mancata presenza del simbolo del Pdl le altre liste collegate, in primo luogo la Destra (data a 3 consiglieri) e l’Udc.
Sarà una corsa persa in partenza o solo ad handicap?
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