SOVRANISTA CACASOTTO, VALDITARA CI RIPENSA E SALTA LA NOMINA DI CONCIA: “TROPPE POLEMICHE”
L’ATTIVISTA LGBTQ+: “E’ MANCATO IL CORAGGIO”… LE CRITICHE DEGLI AYATOLLAH SOVRANISTI HANNO FATTO CAMBIARE IDEA AL MINISTRO
Niente nomina per Paola Concia all’educazione alle relazioni nella scuola. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ci ripensa: “Troppe polemiche, la scuola ha bisogno i serenità”. E decide di procedere senza nessun garante. Saltano anche i nomi di suor Monia Alfieri e dell’esponente del Popolo della famiglia, Paola Zerman. “Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”, precisa il ministro.
“Lo capisco”, la replica dell’attivista Lgbtq+ ed ex parlamentare dem che, ringraziando “per la fiducia” accusa “ambienti massimalisti della destra e della sinistra”. E conviene con il ministro, da cui era stata informata della decisione: “Non ci sono le condizioni”.
“Resto convinta – continua – che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne”. Poi l’amara constatazione: “Credevo davvero che l’orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque”.
“Siamo soddisfatti dalla retromarcia”, ha commentato l’associazione Pro Vita e Famiglia che con FdI e Lega avevano criticato la nomina del ministro che presto entra nel mirino delle opposizioni.
Per la dem Debora Serracchiani, “il voltafaccia svela ancora una volta chi comanda nel governo Meloni”. Mentre sempre dal Nazareno, Simona Malpezzi lo accusa di “mancanza di coraggio che rattrista”. “Di occasione persa,” parla la portavoce di Azione Mariastella Gelmini. Per Davide Faraone, Italia Viva, il passo indietro “è un brutto segnale”. “Vile retromarcia”, attacca Sandro Gozi (Renew).
Concia ha comunque incassato la solidarietà del presidente del Senato Ignazio La Russa che in una telefonata le ha espresso “vicinanza” e l’ha invitata al concerto di Natale di Palazzo Madama, previsto per domani. A cui comunque Concia non presenzierà perché fuori dall’Italia.
Le critiche alla nomina
Critiche per la nomina di Concia, erano pervenute da FdI e Lega. “Non siamo d’accordo con la nomina”, la posizione del partito di Giorgia Meloni. “No a nomi divisivi”, aveva tuonato il Carroccio. Una presa di distanze è arrivata anche da Forza Italia. Una petizione online era stata annunciata da L’associazione “Pro Vita & Famiglia”: “Il problema – si legge nell’appello – non è la persona ma la visione politica della Concia sui temi della famiglia, della filiazione e della libertà educativa dei genitori radicalmente incompatibile coi valori della stragrande maggioranza degli elettori che hanno votato i partiti che sostengono il Governo Meloni”.
Di segno opposto la critica di Sinistra italiana, che mette nel mirino la scelta di una religiosa. “Ricordo sommessamente a Valditara che l’Italia è un paese laico e che chiamare una suora a gestire l’educazione alle relazioni nelle scuole stride e non poco”.
Mentre Concia aveva commentato: “Bisogna avere pazienza, domani avranno altro su cui vomitare odio”.
Niente lavoro in comune dunque, a partire dalle differenti sensibilità delle tre donne prescelte che avevano “accettato di metterci al servizio di un progetto equilibrato, serio e utile per le ragazze e i ragazzi, basato sul dialogo. A partire da noi tre, tre donne così diverse”.
(da La Repubblica)
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