SPACCATURA TRA BERLUSCONI E SOVRANISTI IN SICILIA: “FORZA ITALIA PRONTA A CORRERE DA SOLA”
NIENTE TICKET MUSUMECI-ARMAO, FORZISTI PRONTI ALLO STRAPPO
L’intesa sul ticket Musumeci-Armao era vicina, ma poi Berlusconi ha frenato con forza. Anzi, adesso il leader di Forza Italia sembra sempre più convinto che il candidato governatore giusto per la Sicilia sia l’avvocato Gaetano Armao e continua a fare pressioni su Salvini e Meloni per fare un ticket, ma con Nello Musumeci al massimo vice.
Al momento Lega e Fratelli d’Italia rispondono picche: “Il nostro candidato è Musumeci”, dicono Angelo Attaguile di Noi con Salvini e Francesco Storace di Fratelli d’Italia.
Da qui le frasi al vetriolo del coordinatore degli azzurri in Sicilia, Gianfranco Miccichè, a Rai news24: “Ci sono le condizioni per andare da soli, come nel ’94 potremmo ripetere la stessa esperienza – dice Miccichè – non c’è dubbio che ogni autocandidatura è sbagliata, ma stavamo per raggiungere un’intesa. Ma per vincere ci vuole una coalizione larga. Andare con una coalizione stretta e con gli stessi partiti e basta, non è un’offerta che può attrarre l’elettorato”.
Lega e Meloni dicono poi no ad accordi con Alfano: “Nella cultura occidentale – ribatte Miccichè – il concetto del non perdono non esiste. Non penso che avremmo dovuto uccidere il vitello grasso per annunciare e festeggiare il ritorno del figliol prodigo, ma ragionare però sul fatto che la vittoria in Sicilia dovrebbe essere il nostro primo obiettivo per il bene dei siciliani”.
Forza Italia pronta quindi ad andare su Armao?
Le resistenze nel partito non mancano: “Regionali Sicilia, il centrodestra eviti il bis di Roma. Errare umano, perseverare…”, scrive su twitter Maurizio Gasparri. “Spero che Miccichè ricordi quanto accaduto alle comunali di Roma, ripetere alle regionali in sicilia lo stesso errore sarebbe davvero imperdonabile per tutti, il centrodestra ha l’obbligo politico di presentarsi unito al voto anche inghiottendo qualche rospo, se occorre”, dice il senatore di Forza Italia Altero Matteoli.
(da “La Repubblica”)
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