SPESE NATALIZIE: CROLLANO I REGALI E RITORNA IL BOLLITO
A NATALE SPESI DUE MILIARDI DI EURO IN MENO…LA CUCINA DI CASA BATTE I CIBI DI LUSSO…CALO DEL 20% NELLE VENDITE: COLPITI ABBIGLIAMENTO, SCARPE, ADDOBBI PER LA CASA E GIOCATTOLI, REGGONO LE SPESE ALIMENTARI
Due miliardi di meno per i regali di Natale, ma soprattutto il bollito al posto delle ostriche e il brindisi con un Brachetto invece dello champagne.
Sono i dati delle associazioni dei consumatori (Adusbef) e della Coldiretti, che fotografano impietosamente la crisi di fine 2008.
In particolare: crollano abbigliamento e calzature del 20%, elettrodomestici e mobili del 10%, profumi e cura della persona, ancora del 10%. Sono i settori dove la necessità si coniuga alla piacevolezza dell’acquisto, perchè quattro paia di scarpe sono un lusso e a un comò di pregio si può assolutamente rinunciare.
Flessione contenuta per l’elettronica di consumo, appena un 5%, più rilevante per i giocattoli che calano del 10%.
Tengono contro ogni previsione i prodotti di cartolibreria che guadagnano a sorpresa un + 1,5%. Resistono i prodotti alimentari, ma cambiano clamorosamente tipologia. Minori quantità di ostriche, salmone e champagne, considerevole aumento di cappelletti da brodo, bollito e pizze rustiche.
La Coldiretti sottolinea positivamente che dalla prova natalizia esce rafforzato il legame con il territorio e dunque cappone in Piemonte, canederli in Trentino, brovada in Friuli e in Venezia Giulia, scillatelle in Calabria.
Da questo punto di vista, indubbiamente un ritorno al passato salutare, anche perchè le ghiottonerie internazionali hanno depresso per decine di Natali le nostre produzioni locali.
Si rileva altresì un forte aumento del tempo impiegato in cucina, un po’ perchè andare a mangiare fuori costa carissimo, ma anche “grazie al maggior numero di persone che trova soddisfazione nella ricerca degli ingredienti e nella preparazione del cibo”.
Passando alle cifre, quest’anno abbiamo speso 900 milioni di euro per carni e pesce, 400 milioni per primi piatti, 500 milioni per i dolci, 300 milioni per vini e spumanti, 200 per salumi e formaggi, 200 per frutta fresca o secca.
Purtroppo restano fosche le prospettive. Adusbef e Federconsumatori prevedono per il 2009 un’ulteriore caduta del potere d’acquisto delle famiglie di 492 euro l’anno, senza contare cosa significherà il paventato licenziamento, anche solo temporaneo, di circa 1 milione di persone.
Ora iniziano i saldi che se possono garantire un minimo di liquidità a molti esercizi commerciali che possono così reinvestire nella moda primavera ad esempio, saranno caratterizzati, secondo le previsioni, da un calo del 30% rispetto al 2007.
La stessa associazione delle Camere di commercio europee rileva che quest’anno i consumi delle famiglie sono diminuiti in Europa dello 0,3% a causa “di un clima generalizzato di sfiducia”. Telefono blu rileva come in ogni caso siano calate le vendite di prodotti sia italiani che stranieri e che gli italiani si sono già bruciati due terzi dei 48 miliardi di tredicesime e stipendi: chi ha potuto in viaggi, regali e pranzi ( sedici miliardi di euro), chi non ha aveva alternative in tasse, mutui e debiti arretrati ( altri 16 miliardi).
Uno spaccato di un’Italia divisa a metà , tra chi riesce ancora a mantenere lo stesso tenore di vita e chi deve fare sacrifici e rinunce.
Da più parti ci si chiede se, alla luce di un aumento delle entrate fiscali per oltre 10 miliardi, da un recupero dell’evasione per altri 2 miliardi, dall’abbattimento degli interessi del debito pubblico per altri 8 miliardi e della riduzione del tasso di sconto al 2,5% da parte della Bce, non sarebbe il caso, da parte del Governo, di cominciare a defiscalizzare di un 1000 euro l’anno le famiglie a reddito fisso e i pensionati.
Alla luce di un 2009 estremamente difficile da superare, il Governo non può continuare a mettere “tappulli”, occorre un piano organico di intervento: le maggiori entrate però vanno reinvestite in interventi sociali a favore dell’occupazione, delle categorie più deboli e del ceto medio, delle piccole imprese.
Altrimenti gli italiani si dovranno adattare al bollito, giusta trasposizione per una classe politica di “bolliti”.
Altro che giustizia e federalismo, il popolo italiano ha ben altri problemi…o vogliamo continuare a fare finta di nulla? Continuare a invitare a spendere l’italiano che non può farlo, sa di presa per i fondelli…
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