STATO-MAFIA, L’EX PENTITO BRUSCA ACCUSA: “MANCINO DESTINATARIO DEL PAPELLO”
LIMA SAREBBE STATO UCCISO PER COLPIRE ANDREOTTI… RIINA GLI AVREBBE COMMISSIONATO L’OMICIDIO DI MANNINO, INCARICO POI REVOCATO
Giovanni Brusca in aula accusa l’ex ministro Nicola Mancino e afferma che Salvo Lima sarebbe stato ucciso per colpire Giulio Andreotti.
“Mancino era il destinatario finale del ‘papello'”, il documento con le richieste di Cosa Nostra allo Stato per fermare le stragi.
Lo ha detto l’ex pentito davanti al Gup di Palermo Piergiorgio Morosini nell’udienza preliminare per la trattativa Stato-mafia, in cui è tra gli imputati.
Il ‘papello’, che conteneva le condizioni del boss corleonese Totò Riina, sarebbe stato affidato all’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino all’epoca in cui Mancino era ministro dell’Interno.
Nel procedimento, Mancino è imputato solo di falsa testimonianza, e ha sempre negato di aver mai saputo nulla della trattativa.
Brusca, che ha accettato di essere interrogato dal Gup benchè in quanto imputato avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, ha sostenuto anche che per fare pressioni sulla politica gli era stato affidato l’incarico di assassinare l’ex ministro Dc del Mezzogiorno, Calogero Mannino.
Poi i capimafia gli avrebbero chiesto di sospendere il piano per l’omicidio.
La tesi della Procura è che Mannino abbia assunto un ruolo nella trattativa proprio nel timore di essere ucciso.
L’ex ministro ha chiesto e ottenuto di essere processato col rito abbreviato e la sua posizione è stata perciò stralciata.
“Nel 1992 Totò Riina, tramite Salvatore Biondino, mi diede l’incarico di uccidere Calogero Mannino ma poi l’incarico mi venne revocato” ha anche detto Brusca durante la deposizione.
Secondo i magistrati l’incarico venne revocato perchè Mannino sarebbe stato tra i protagonisti della trattativa tra Stato e mafia per fare cessare la strategia stragista di Cosa nostra.
Secondo Brusca l’eurodeputato della Dc Salvo Lima fu ucciso dalla mafia per colpire indirettamente il capo della sua corrente, Giulio Andreotti. “Con l’omicidio Lima si voleva colpire politicamente Andreotti”, ha affermato Brusca, sentito a Roma nell’aula di Rebibbia.
Salvo Lima, leader degli andreottiani in Sicilia occidentale, fu assassinato a Palermo il 12 marzo del 1992, e secondo le tesi della Procura venne eliminato per non aver garantito a Cosa nostra un esito positivo del primo maxiprocesso.
L’agguato si consumò a poche settimane dalle elezioni politiche del 5 aprile del 1992. E con riferimento a quel voto, Brusca ha aggiunto: “Nell’aprile del ’92 non avevamo preferenze politiche e neppure indicazioni. Volevamo solo distruggere la corrente andreottiana”.
(da “La Repubblica”)
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