STOP ALLA PROCEDURA, MA CI TERRANNO D’OCCHIO
SOLO 10,5 MILIARDI PER IL 2019 RISPETTO ALLA BUFALE ANNUNCIATE, SLITTANO REDDITO E QUOTA 100, PREVISTE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA
Stop alla procedura per debito. Il disco verde è ancora informale ma intanto arriva da Bruxelles: ok all’accordo con Roma sulla manovra economica. Stamane il collegio dei commissari, riunito a Palazzo Berlaymont, ha deciso di non dar seguito alla procedura per deficit eccessivo legato al debito.
Oggi no ma una decisione definitiva e formale arriverà solo a gennaio. Per ora infatti l’opinione con cui la Commissione ha bocciato la manovra italiana lo scorso ottobre resta com’è. Solo a gennaio verrà riscritta: a manovra approvata dal Parlamento italiano.
In sostanza, la Commissione apprezza gli sforzi italiani ma ora chiede a Roma di formalizzare l’intesa raggiunta ieri pomeriggio, dopo giorni di trattative. Nessuna formalizzazione a Bruxelles se prima non avviene a Roma.
In conferenza stampa Valdis Dombrovkis parla di soluzione “non ideale” perchè “non dà una soluzione a lungo termine per i problemi economici italiani”, ma consente di “evitare per ora di aprire una procedura per debito” purchè le misure concordate siano attuate.
Per questo in questa prima fase sarà costante la vigilanza di Bruxelles, “per vedere se l’accordo sarà veramente approvato dal Parlamento italiano”.
Il commissario Ue ha spiegato che l’accordo prevede uno sforzo “addizionale per 10,25 miliardi”, lo slittamento di misure chiave come il reddito di cittadinanza e quota 100 e “clausole di salvaguardia sul deficit” per il 2020-2021, quando queste misure chiave entreranno pienamente in vigore.
In realtà “10,25 miliardi” era la richiesta iniziale del governo. La Commissione europea ha riconosciuto solo 9 miliardi circa, compreso il pacchetto di flessibilità per oltre 3 miliardi. Lo chiarisce Moscovici dopo la conferenza stampa.
I due miliardi di spese congelate ‘sono un’assicurazione supplementare’: il governo potrà usarli solo se viene rispettato l’obiettivo di deficit/pil nominale a 2,04 per cento. Le misure prevedono “aumenti di imposte sulle società e tagli negli investimenti programma”, ha aggiunto Dombrovskis.
Misure ‘che non sono favorevoli alla crescita’. In ogni caso, la spesa inferiore per investimenti “può essere parzialmente compensata da un migliore uso dei fondi strutturali disponibili” che l’Italia ritarda a spendere.
Moscovici parla di “vittoria del dialogo sullo scontro”, che “molti auspicavano”, ha ribadito che “la Commissione non è nemica del popolo italiano come qualcuno voleva dipingerci” e ha spiegato che “saremo vigilanti ma non sospettosi” sul rispetto del Patto da parte dell’Italia.
(da agenzie)
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