STRAGE DI CIVILI A GAZA, L’ONU: “TRA I FERITI MOLTI COLPITI CON ARMI DA FUOCO”
ALMENO 9.000 LE DONNE PALESTINESI UCCISE NELLA STRISCIA
“Molte persone colpite con armi da fuoco a Gaza”: è di quanto parla un team dell’Onu che ha visitato l’ospedale Shifa di Gaza City e appunto riferito che tra le oltre 200 persone ricoverate nella struttura, dopo la strage dei civili in attesa degli aiuti umanitari, molti presentavano “ferite da arma da fuoco”.
Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha detto che l’équipe ha riferito che Shifa avrebbe ricoverato più di 700 feriti e ricevuto i corpi di più di 70 persone che sono state uccise giovedì 29 febbraio nella Striscia. Il team dell’Onu – ha spiegato il portavoce – ha incontrato alcuni dei feriti palestinesi che ancora si trovano in ospedale e da quello che hanno visto “c’era un gran numero di ferite da arma da fuoco”.
Quanto alle salme delle vittime, Dujarric non ha saputo dire se i suoi collaboratori abbiano esaminato anche quelle. Il direttore ad interim dell’ospedale aveva riferito in precedenza alla Bbc che il suo nosocomio aveva ricevuto 176 feriti, di cui 142 da proiettile; e che i restanti erano stati ricoverati per fratture agli arti riportate nella calca seguita agli spari delle truppe israeliane.
Il bilancio delle vittime a Gaza: uccise 9mila donne
Il bilancio della strage di civili sarebbe di oltre 100 morti e solo nelle ultime ore, secondo quanto riferito dal ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas, sono state uccise 92 persone. Il bilancio dal 7 ottobre scorso è salito a 30.320. L’Onu ha lanciato un allarme nelle ultime ore sottolineando che a Gaza sono state uccise almeno 9mila donne palestinesi.
L’allarme dell’Unicef
“Gli incidenti come quello gravissimo dell’altro giorno e altri meno gravi avvenuti in precedenza sono la dimostrazione che la situazione della popolazione civile è disperata, perché non riesce ad accedere ai beni essenziali per sopravvivere”, ha detto in una intervista il portavoce di Unicef Palestina, il belga Jonathan Cricks.
“Serve che l’aiuto umanitario possa raggiungere la popolazione civile ovunque essa si trovi. Serve che più aiuti umanitari possano entrare nella Striscia. E per questo è assolutamente indispensabile una tregua. Oggi abbiamo 2,2 milioni di persone, praticamente l’intera popolazione di Gaza, che vive di aiuti umanitari: questo non è sostenibile con operazioni militari in corso”, dice Cricks.
Secondo l’Unicef “ben il 55% della popolazione palestinese della Striscia riesce ad avere solo un pasto al giorno e un pasto magro, per nulla diversificato, con zero proteine e pochissima o zero verdura e frutta”. E gli effetti di tutto ciò sono visibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che almeno 10 bambini sono morti di fame nella Striscia di Gaza: “Una soglia molto triste, simile ai 30.000 morti che abbiamo raggiunto in tutta Gaza”, ha detto il portavoce dell’Oms Christian Lindmeier.
(da Fanpage)
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