STUDIO CONGIUNTO GERMANIA E CARITAS
NEL 2010 IN ITALIA AVREMO 7 MILIONI DI IMMIGRATI … PRIMI IN EUROPA
I numeri di base sono tutti indicati nel volume dal titolo “Da immigrato a cittadino: esperienze in Germania e in Italia”, presentato nei giorni scorsi a Villa Borghese, a Roma, dall’ambasciatore tedesco Steiner e dal direttore della Caritas, Nozza, insieme ai presidenti dei consigli comunali stranieri del Nord Reno Vestfalia e dell’ufficio federale per le migrazioni, Keltel e Schmid. I dati che emergono sono molto preoccupanti: tra poco più di due anni, proseguendo nel trend attuale e senza interventi normativi e operativi decisi, l’Italia potrebbe essere la nazione europea con il maggior numero di immigrati in assoluto, e la prima al mondo per presenze pro capite tra i grandi Paesi sviluppati. Supereremmo “di slancio” persino la Germania, dove la Comunità straniera è storicamente la più corposa del Vecchio Continente.
Non si tratta di studi dei trend migratori frutto di “visioni di parte”, bensì di una seria analisi comparativa tra la situazione italiana e quella teutonica condotta nell’ultimo anno dalla Caritas in collaborazione con le fondazioni Migrantes, Friedrich Ebert e l’ambasciata tedesca a Roma. A rendere così esplosiva la situazione è l’assenza di un meccanismo rotatorio, che compensi i nuovi ingressi con altrettante uscite. Spieghiamo nel dettaglio: in Germania, risiedono in questo momento 6.751.000 stranieri; nel 2006 coloro che hanno lasciato il Paese sono stati 484.000, a fronte di 558.000 nuovi arrivati. Calcolando anche gli immigrati nati sul suolo tedesco, quanti ottengono la cittadinanza, i familiari, i minori e gli studenti. Il saldo finale ammonta appena a 20.000 unità in più l’anno, quasi uno stallo.
Ecco invece il quadro italiano. A inizio 2007 gli immigrati regolari erano 3.690.000, con una crescita enorme di 720.000 rispetto l’anno precedente. Come sono composti: 540.000 ingressi “per lavoro”, 100.000 ricongiungimenti familiari, 57.000 nuovi nati, 19.604 motivi di studio, 4.000 per ragioni varie. Sottraendo gli appena 15.000 stranieri che se ne sono andati, resta un saldo passivo di ben 705.000 unità , quasi quanto gli USA. Per il 2007, una stima prudenziale parla di altri 300.000 nuovi arrivi, ai quali dobbiamo aggiungere i clandestini, ovvero almeno 540.000 unità , attualmente stimate.
Ipotizzando che nei prossimi 30 mesi le cifre rispecchino a grandi linee questo trend immigratorio, nell’autunno del 2010 l’Italia si sveglierebbe con una popolazione immigrata di 6.827.000 unità , il 70% concentrato nelle regioni del Nord e nella provincia di Roma. Supereremmo la Germania, dove nel frattempo si registrerebbe un aumento di soli 20.000 immigrati, “stracceremmo” Francia e Gran Bretagna con 2 – 3 milioni di immigrati in più. Persino se il ritmo di crescita in Italia si dimezzasse rispetto all’odierno, raggiungeremmo il livello tedesco in quattro anni.
A far preferire agli immigrati la nostra Nazione è un modello permissivo che permette a tutti di entrare, che non espelle neanche i delinquenti, che vara sanatorie in continuazione e che al massimo ” ti invita ad andartene”, ma raramente ti accompagna alla frontiera. Da noi non esiste “rotazione” programmata dal Governo, chi è irregolare aspetta una nuova sanatoria, chi non ha lavoro si dedica ad altri “traffici”, chi era soggetto a delinquere nel proprio Paese viene in Italia perchè qua nessuno sta in galera per molto. Noi “emigranti” in Germania nel secolo scorso, abbiamo insegnato ad altri la “rotazione” ( su 4 milioni di Italiani scarcati in Germania, ne restano solo 500.000 ormai), ma a casa nostra non siamo in grado di farla rispettare a nessuno.
Con la prospettiva che tra qualche anno vi sarà uno straniero ogni cinque italiani, con tutti i problemi di convivenza che ne deriveranno. Senza una linea politica chiara e leggi conseguenti, non si andrà certo verso tempi tranquilli…
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