«SU BUCHA I DETTAGLI PIÙ TRAGICI DEVONO ANCORA ESSERE RACCONTATI»
AD OGGI RITROVATI I CADAVERI DI OLTRE MILLE CIVILE UCCISI CON UN COLPO ALLA NUCA DAI CRIMINALI RUSSI
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, arrivando a Kiev, ha dichiarato: «La storia non dimenticherà questi crimini». Crimini più volte denunciati da Andriy Nebitov, capo della polizia della regione e figura centrale anche nella sicurezza dello stesso presidente Zelensky.
Oltre al noto massacro di Bucha, ci sono ulteriori fatti di uguale gravità, da segnalare?
Gli eventi di Bucha, purtroppo, ci riserveranno nel tempo dettagli ulteriormente raccapriccianti. Non tutto è noto. A nord di Kiev, nel giorno della ritirata russa, sono stati trovati più di 900 cadaveri (ad oggi ben più di mille), uccisi con colpi di pistola alla testa, segno di un ordine giunto all’ultimo o di una ferocia esibita non tanto nei confronti della popolazione locale, ma del mondo, che invece, a sua volta, in quelle ore, notava il pantano in cui la Russia si è infilata.
Nella sola Bucha sono stati scoperti 420 corpi, ma altrettanti ne sono stati segnalati nei giorni seguenti in aree limitrofe e, in particolare, negli scantinati delle cittadina, dove anziani, donne e bambini avevano cercato rifugio. Sono stati massacrati lì, a freddo.
Brutali inoltre le scene dei corpi delle donne abusate trovate nell’area di Chernihiv, dove intorno sorgeva un poliambulatorio d’emergenza. Ulteriori dati in tal senso sono ancora in arrivo da Borodyanka.
Sembra quasi che Cherniv sia stata la cittadina che più si è sacrificata, proprio per proteggere Kiev e la sua storia, sbarrando la strada verso la capitale alle truppe russe È esattamente così. La piccola Cherniv ha resistito e ha fatto quasi da barriera per evitare il peggio alla capitale.
L’invasore di Mosca avrebbe voluto umiliare Kiev e non è accaduto; però, in quelle zone più periferiche, hanno perso la vita in tanti: ricordo i genitori di Danilo, di 12 anni, rimasto solo col suo gatto e con la casa distrutta; Darina, ferita alle gambe è ora in Israele.
Non solo: la bella biblioteca cittadina è stata totalmente rasa al suolo e, anche chi resta, è lì senza elettricità. Ci sono ancora diversi aspetti da chiarire: avete visto le terribili immagini del drone su Cherniv? La situazione, come stiamo capendo ora, era preoccupante già a inizi marzo e restano da chiarire le responsabilità, nei crimini, delle truppe provenienti dalla Bielorussia.
La situazione è più tesa nel sud costiero, ma come state riuscendo a garantire la sicurezza nei territori intorno a Kiev, in particolare con l’arrivo di alte cariche istituzionali?
La situazione è drammatica lì, ma l’allerta è rossa in tutto il Paese e il livello di sicurezza, a Kiev, è coordinato col ministro della Difesa. Non basta soltanto l’organizzazione della polizia, in particolare quando avvengono queste visite eccezionali, che, però, hanno necessariamente bisogno di alcune ore di preavviso, non divulgato ai media.
Non posso scendere nei dettagli, ma ovviamente questa sfasatura di comunicazione, di poche ore, garantisce la sicurezza degli ospiti e del nostro stesso governo. Con questo monitoraggio, coordinato col ministro, si è resa possibile l’uscita all’esterno di Zelensky per accogliere le altre autorità in visita. È un buon segnale.
(da agenzie)
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