SUI VACCINI ALLEANZA USA-INDIA.GIAPPONE-AUSTRALIA IN CHIAVE ANTI-CINESE
MODI VUOLE AVERE UN RUOLO DA PROTAGONISTA
È il momento del Quad. Di fronte alla diplomazia vaccinale sempre più aggressiva di Pechino e Mosca, i quattro paesi che compongono il Dialogo quadrilaterale di sicurezza — Stati Uniti, India, Giappone e Australia — sono pronti a serrare le file: manca ancora una data, ma un vertice virtuale tra i leader potrebbe svolgersi già nel corso di questa settimana, secondo quanto riporta il Financial Times e come anticipato da fonti del governo giapponese.
La posta in gioco di questo dialogo si riverbera su più fronti: da quello squisitamente geopolitico, con l’intenzione manifesta di contrasto e contenimento dell’influenza di Pechino, a quello sanitario, visto che del Quad fanno parte due dei principali produttori di vaccini al mondo, Usa e India.
Per Washington e Nuova Delhi, l’alleanza vaccinale è l’ultimo capitolo di una partnership anti-cinese che è andata rafforzandosi di pari passo alla maggiore assertività di Pechino. Dalla riunione tra Joe Biden, Narendra Modi, Yoshihide Suga e Scott Morrison è atteso un importante annuncio sulla distribuzione di vaccini anti-Covid nei paesi in via di sviluppo dell’Asia-Pacifico.
La “diplomazia dei vaccini” – scrive il Sydney Morning Herald – permetterà agli Stati Uniti e ai loro alleati di contrastare gli enormi sforzi di vaccinazione della Cina, che ha promesso di fornire circa mezzo miliardo di dosi a oltre 45 paesi in difficoltà .
L’India, un gigante nella produzione di farmaci, ha esortato Stati Uniti, Giappone e Australia a investire nella sua capacità produttiva, secondo quanto riferito a Reuters da fonti di Nuova Delhi.
Aziende indiane come il Serum Institute of India (SII), Bharat Biotech, Biological E e Cadila Healthcare hanno la capacità combinata di produrre miliardi di dosi dei propri vaccini o di produrli a contratto per conto terzi.
Il SII, il più grande produttore singolo al mondo, sta già producendo il vaccino dell’Università di Oxford-AstraZeneca per molti paesi e presto inizierà a produrre dosi Novavax in blocco.
Non solo: l’India sta anche cercando di vendere un vaccino creato da BharatBiotech e dall’Istituto statale Indian Council of Medical Research a 40 paesi tra cui Brasile, Filippine e Zimbabwe. Discussioni sono state intavolate per la produzione locale di vaccini Johnson & Johnson, Pfizer, Moderna, ma anche del russo Sputnik-V. Un punto, questo, che pur non piacendo agli americani è funzionale alla narrazione indiana del non allineamento.
“La mobilitazione nel campo dei vaccini è in linea con la vocazione originaria del Quad, che è quella di fornire aiuto in situazioni d’emergenza”, osserva Ugo Tramballi, consigliere scientifico Ispi ed editorialista del Sole24Ore.
Il Quadrilateral Security Dialogue, infatti, non nasce come un’alleanza militare, ma come un forum strategico informale nato nel 2007 dall’esperienza dello Tsunami Core Group, il gruppo costituito dai quattro Paesi alla fine del 2004 per coordinare i soccorsi post-tsunami nell’Oceano Indiano.
Nel tempo, però, il Quad ha cambiato natura, come dimostra l’intenzione di Biden di convocare il summit in chiave anti-cinese. “Il Quad — prosegue Tramballi – è una specie di anteprima dell’obiettivo principale della politica estera della nuova Amministrazione: l’organizzazione di un grande summit dei paesi democratici. Il progetto di un’alleanza delle democrazie pone però alcune domande scomode, a cominciare da quali paesi invitare, visto che molti sono borderline.
L’India di Modi, ad esempio, può essere considerata un paese democratico? Il Quad non pone questi problemi perchè la sua vocazione non è quella della democrazia: nel Quad potrebbero entrare tutti i paesi attorno alla Cina che sono chiaramente i più preoccupati del comportamento di Pechino”.
La collaborazione tra Washington e Nuova Delhi nella diplomazia dei vaccini diventa così l’ultima manifestazione — di certo la più attuale — di una partnership rafforzata dall’atteggiamento aggressivo della Cina. “Finora i paesi che aderivano al Quad avevano sempre manifestato la preoccupazione di non sembrare troppo anti-cinesi”, ricorda l’analista Ispi. “Adesso questa preoccupazione non esiste più perchè la Cina ha alzato il tono del confronto. L’aggressività della presidenza di Xi Jinping, che l’anno prossimo per la prima volta dai tempi di Mao affermerà un terzo mandato, è talmente sfacciata da aver spinto questi paesi, a cominciare dall’India, ad adottare una posizione molto più netta rispetto al passato”.
L’India storicamente è sempre stato un paese non allineato, attento a non aderire a nessuna alleanza globale o regionale. Persino ai tempi di Indira Gandhi, quando il rapporto con l’Unione sovietica era così stretto da permettere la costruzione del sistema industriale indiano, Nuova Delhi non aderì a nessuna alleanza asiatica.
Questa volta è diverso: aderendo sempre più al Quad, partecipando a un numero crescente di manovre militari nell’Oceano Indiano e altrove, Nuova Delhi sta venendo meno a questo principio per cui ha sempre avuto “nessun alleato, qualche nemico e tanti amici nel mondo”, argomenta Tramballi, secondo cui la svolta indiana è guidata da due spinte: da un lato le provocazioni cinesi sempre più sfacciate, come dimostra lo scontro armato della scorsa estate nel Ladakh; dall’altro il disegno di Modi di affermare l’India come protagonista sulla scena internazionale.
Ambizioni e strategie che in tempi di pandemia si sono riadattate a quello che è ormai uno strumento di soft power al pari di Radio Londra, Voice of America, La Voce della Russia. Il vaccino. Di fronte alla guerra propagandistica aperta da Pechino e Mosca, Washington è determinata a entrare con più decisione nel campo della diplomazia vaccinale, trovando in Nuova Delhi l’alleato più naturale.
Il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato con i suoi omologhi del Quad il 18 febbraio scorso, preparando il terreno per una cooperazione nella risposta a Covid-19. Sotto la spinta della geopolitica delle fiale, il Quad si afferma come gruppo di contrasto alla Cina su tutti i livelli: politico, geopolitico, militare, commerciale e ora anche sanitario. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, parlando in un briefing a Pechino, ha accusato gli Usa di “puntare il dito” e di “costruire piccoli circoli in nome del multilateralismo”. C’è da vedere quanto piccoli — o quanto grandi — diventeranno questi cerchi, e quanti paradossi e sfide incontreranno sulla via.
(da “Huffingtonpost”)
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