SUPERBONUS, SALTA LA DETRAZIONE IN 10 ANNI PER I REDDITI BASSI
BOCCIATA LA MISURA PER FACILITARE L’ASSORBIMENTO DELLE DETRAZIONI A CHI HA POCA CAPIENZA IRPEF
Lo stop è arrivato dalla Ragioneria generale dello Stato: la misura è troppo onerosa. Per questo il governo ha deciso di cestinare l’ipotesi di allungare, da 4 a 10 anni, il periodo per recuperare la detrazione del Superbonus.
Un’opzione che era stata pensata per venire incontro ai contribuenti con redditi bassi, che non hanno ceduto il credito: visto l’importo dei lavori, in molti non hanno la capienza fiscale necessaria per cogliere le detrazioni; possibilità che invece ci sarebbe se il recupero del rimborso sull’Irpef avvenisse in dieci anni, invece che in quattro.
La fruizione in dieci anni, in questo caso in compensazione delle imposte, resta invece ammessa per le banche e le imprese che hanno acquistato i crediti.
Nel pacchetto delle riformulazioni degli emendamenti al decreto Superbonus, all’esame della commissione Finanze della Camera, è prevista infatti una nuova formulazione della possibilità di spalmare, in dieci rate annuali, i crediti che derivano dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate.
La misura era stata introdotta dal governo a novembre, con il decreto Aiuti quater; l’emendamento introduce due novità. La prima: potranno essere fruiti i crediti legati alle comunicazioni trasmesse alle Entrate entro il 31 marzo di quest’anno (il vecchio termine era fissato al 31 ottobre dell’anno scorso). La seconda: i crediti in questione non faranno riferimento solo ai lavori che beneficiano dell’agevolazione al 110% e del sismabonus, ma anche a quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche e di ristrutturazione edilizia.
Salvi i crediti del 2022
Se il “contratto di cessione” alle Entrate “non è stato concluso” entro il 31 marzo, il titolare di un credito potrà effettuare la comunicazione all’Agenzia attraverso lo strumento della remissione in bonis: tempi più lunghi (fino al 30 novembre) e pagamento di una sanzione di 250 euro. Nell’emendamento si legge che la cessione può essere eseguita a favore di banche e assicurazioni.
Il ripristino della cessione per le case popolari, onlus e Terzo settore
Un’altra modifica introduce un paletto al riavvio della cessione del credito e dello sconto in fattura per Iacp (case popolari), onlus e Terzo settore. Le due opzioni saranno possibili solo se questi soggetti risultano già costituti alla data di entrata in vigore del decreto.
(da La Repubblica)
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