SUPREMATISTI BIANCHI CONTRO IL VICE DI TRUMP, JD VANCE PERCHE’ HA LA MOGLIE INDIANA: “CHE FAMIGLIA E’ CON UNA MADRE NON CRISTIANA?”
HANNO FOMENTATO QUESTA FECCIA UMANA, ORA SE LA GODANO
In attesa di attaccare Kamala Harris, americana di origine per metà nera (padre giamaicano) per metà indiana, suprematisti bianchi e cospirazionisti dell’estrema destra Usa scaldano i muscoli mettendo nel mirino la moglie del vice di Trump, JD Vance: Usha Chilukuri Vance, induista, figlia di due immigrati indiani, viene considerata una pericolosa falla nella politica di difesa dell’identità bianca e cristiana degli Stati Uniti che è stata fin qui una cifra del trumpismo.
Nick Fuentes, un attivista del suprematismo bianco che è stato ricevuto due anni fa da Donald Trump a Mar-a-Lago, ha rilanciato dal suo podcast la teoria della “grande sostituzione” (la congiura per sostituire, in Occidente, la maggioranza bianca con una di colore grazie a massicci flussi migratori) aggiungendo «non mi aspetto che un tizio con una moglie indiana sostenga l’identità bianca».
Poi un’accusa più diretta: «La grande sostituzione in America ed Europa avanza non solo con gli immigrati, ma anche con i matrimoni interrazziali: che famiglia è questa con una madre che non è cristiana?»
Stew Peters, commentatore ultraconservatore che si è conquistato un grosso seguito diffondendo teorie cospirative arriva a sostenere che «un colpo di Stato indiano sta maturando proprio qui nel nostro Paese, davanti ai nostri occhi».
Un’altra nota attivista, Jaden McNeil ha pubblicato una foto della famiglia Vance – JD, Usha e i tre figli, Evan, Vivek e Mirabel – con un commento sarcastico: «Uno con una famiglia così farà sicuramente una lotta dura all’immigrazione».
Sono posizione estreme: il partito repubblicano è già sceso in campo per condannarle. Ma rispecchiano umori presenti in buona parte della destra conservatrice Usa. Basta pensare che, quando Vivek Ramaswamy si candidò per la Casa Bianca, dovette fronteggiare l’ostilità di personaggi come la celebre opinionista ultrà, Ann Coulter: «Non ti voterei mai perché sei indiano», anche se Ramaswamy è un americano nato negli Usa.
“Stop AAPI Hate”, l’organizzazione che combatte contro i crimini d’odio dei quali sono stati vittima negli ultimi anni molti americani di origine asiatica, è in allarme e rivolge appelli: teme che suprematisti e complottisti infuriati per l’emergere di Kamala e Usha sotto i riflettori nazionali, lancino rappresaglie violente contro Asian Americans scelti a caso.
(da agenzie)
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