“TAGLI ANCHE A TAVOLA, ORMAI E’ SOLO DISCOUNT”
GLI 80 EURO? ECCO L’ITALIA REALE: ALIMENTARI
Le vetrine sono tappezzate di cartelli con la scritta “in offerta”.
È un pomeriggio di agosto e dentro le corsie sono quasi deserte. “Da un anno abbiamo deciso di fare gli sconti ogni due settimane su una quindicina di prodotti freschi, come salumi, frutta e verdura” racconta la responsabile marketing di Alta, supermercato a conduzione familiare in piazza Clemente XI, zona Battistini, capolinea della metro rossa di Roma est, un quartiere di case popolari.
“Io gli 80 euro li ho usati per pagare la bolletta della luce, mica per comprare più carne o pesce”, lo dice una cliente di 25 anni.
Percezione e realtà non si confondono. “I saldi non decollano, nessun beneficio dagli 80 euro” dichiara coi dati alla mano Mario Resca, presidente di Confimprese -. Dopo aver soddisfatto i bisogni essenziali, il 42 per cento degli italiani pensa a risparmiare”.
L’ultimo rapporto Istat sul commercio al dettaglio di fine luglio non lascia scampo: le vendite di prodotti alimentari sono precipitati dell’1,2 per cento in un mese, da aprile a maggio.
Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, invece, sono calati dello 0,5 per cento.
A pagarne di più le conseguenze sono le imprese fino a cinque addetti (meno 1,8 per cento rispetto a maggio 2013) e in quelle da sei a 49 impiegati (meno 0,8 per cento).
Il volume di affari della grande distribuzione (almeno 50 addetti), invece, ha registrato una lievissima crescita, dello 0,4 per cento.
Che riempire il carrello nelle catene di marca sia un’abitudine passata per molti italiani sono sempre i numeri a denunciarlo.
Le vendite di ipermercati e supermercati infatti è scesa rispettivamente dell’1,1 e 0,9 per cento. La parte del leone la fanno i discount: più 2,4 per cento in 12 mesi.
Nel quartiere Battistini, oltre al piccolo supermercato, spuntano vicini due discount separati da duecento metri di asfalto.
“Occasione da prendere al volo”: scritta rossa su sfondo giallo appesa all’entrata di un Todis, stessa zona della Capitale.
“Cotolette agli spinaci a 3,49 euro al chilogrammo”, “Hamburger di pollo a 1,30 euro per confezione”: se la carne è in promozione, la gente la compra e la mangia.
“Ci sono più clienti dell’anno scorso – dice la cassiera- solo perchè alcuni hanno deciso di passare le ferie a casa”.
Chi fa spesa qui sono soprattutto le famiglie giovani, età media 40 anni.
Una signora davanti alla cassa tira fuori i contanti per tre barattoli di fagioli: “Ottanta euro in più meglio averli che non averli, anche se non mi cambiano la vita. Li ho usati per per comprare un gioco a mio figlio, vanno accontentati pure loro ogni tanto”.
Facendo una breve salita c’è l’In’s, l’altro discount. “Il nostro target sono gli anziani e gli stranieri – dice il commesso -. In promozione ci sono soprattutto i cibi in scatola”.
Poi si riprende la metro e dopo quattro fermate, in cinque minuti di tempo, si arriva nel quartiere Prati. Studi di avvocati, la Corte di Cassazione vicina, uffici, negozi, vip e turisti per strada.
In piazza Cola di Rienzo, c’è un supermercato Simply, tutta un’altra storia.
“Qui non è cambiato niente, 80 euro in più o in meno nel portafogli non contano. Qui c’è sempre gente, è una zona benestante” commenta il direttore.
Basta imboccare la via perpendicolare e al Despar tra i portoni dei palazzi i dati peggiorano.
“A luglio – taglia corto il capo, che preferisce parlare con una sigaretta accesa fuori – abbiamo venduto il due per cento in meno rispetto allo stesso mese di un anno fa”.
Chiara Daina
(da “il Fatto Quotidiano“)
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