TENSIONE NEL CENTRODESTRA: “AL CONFRONTO DI SALVINI, DI MAIO SEMBRA UNO STATISTA”
LE USCITE DEL FUORICORSO PADANO SU EUROPA E CAMERE CREANO SEMPRE PIU’ MALUMORE TRA GLI ALLEATI BERLUSCONI E MELONI… “FAI PURE UN INCIUCIO CON IL M5S, NOI ANDIAMO ALLL’OPPOSIZIONE E DENUNCIAMO IL TUO TRADIMENTO”
«Attenzione, qui dobbiamo rispettare il vincolo di coalizione…altrimenti alle consultazioni al Quirinale il centro destra andrà diviso….».
È fortissima l’irritazione di Silvio Berlusconi («Qualcuno vuole far saltare il tavolo…?») nei confronti di Matteo Salvini che, concorda Giorgia Meloni, sta interpretando a modo suo il patto elettorale del centrodestra.
Il Cavaliere non ha gradito «la sceneggiata» contro l’Euro e i trattati Ue fatta dal leader leghista a Strasburgo dove Forza Italia è una colonna del Ppe, tanto da esprimere il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. «Il tetto del 3% che fa parte delle regole, io sarei per rispettarlo ma se devo trovare 31 miliardi di Euro…allora contratteremo con Bruxelles in modo sereno per rispettare le esigenze italiane», ha infatti detto Salvini.
E questa frase ha scatenato un terremoto dentro Forza Italia: «In confronto, Di Maio (che ha parlato alla stampa estera con toni più pacati, ndr) appare un vero statista….», si è sfogato Berlusconi lamentando il fatto che lui è il garante in Europa dell’ l’alleanza con Salvini.
L’invito a cena a Palazzo Grazioli, rivolto da Berlusconi a Giorgia Meloni e a Salvini, ha preso una piega imprevista fin dal mattino quando sono rimbalzate da Strasburgo le dichiarazioni del leader della Lega per niente rassicurati sul futuro dell’Euro e sul tetto del 3% del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo.
Passate le 8 della sera – quando Salvini accompagnato da Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni con Ignazio La Russa hanno varcato il portone della residenza romana di Berlusconi – la tensione tra gli alleati si tagliava a fette.
Al piano nobile del Palazzo c’erano ad attendere anche Gianni Letta e Niccolò Ghedini, i due consiglieri più fidati del Cavaliere che sulla Lega hanno idee spesso divergenti.
È stata poi Giorgia Meloni a insistere sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato. E’ vero che Salvini ha smentito i contatti con Di Maio per dividersi le due poltrone ma gli alleati sospettano che un doppio gioco con il M5S sia in atto: «I patti sono chiari. La lega che ha preso più voti nella coalizione esprime il candidato premier ma questo non comporta che uno dei leader, poi, prenda decisioni a nome degli altri due senza consultarli».
Ai vertice della Camera, Salvini vuole il veterano Giorgetti (è alla sesta legislatura) mentre il M5S punta su Danilo Toninelli al Senato.
Ma, è stato ricordato durante la cena, «alla Camera non bastano la Lega e il M5S per eleggere il presidente».
Infine il tema più difficile: le possibili alleanze di governo e gli appelli alla responsabilità lanciati dal Quirinale.
«Governo con il M5s? Sicuramente non con il Pd e poi la Lega non ha pura di tornare al voto…», è il biglietto da visita con cui si è presentato Salvini.
La reazione di Berlusconi non è stata un messaggio di pace: «Fatelo pure un governo con i grillini. Noi passiamo all’opposizione, non aspettiamo altro che denunciare il vostro tradimento agli elettori».
Oggi il Cavaliere inconta i 170 neo eletti di Forza Italia che sono solo 12 in meno rispetto ai colleghi della Lega.
(da “il Corriere della Sera”)
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