TERMINATA UDIENZA FARSA A MANSURA: ZAKY RESTA IN CARCERE ALTRI 15 GIORNI
“SONO INNOCENTE”, MA CONTINUA LA CUSTODIA CAUTELARE … PICCOLA FOLLA DI PERSONE A SUO SOSTEGNO DAVANTI AL TRIBUNALE
“Sono innocente. Conosco la legge e se fossi stato a conoscenza di qualsiasi illegalità non sarei tornato. Non capisco perchè sono stato arrestato. Sono cristiano e avrei anche potuto chiedere asilo in Italia, ma non ho voluto”.
Così Patrick Zaky nel giorno della sua prima udienza davanti al giudice, al procuratore e ai due diplomatici presenti in rappresentanza dell’Italia e dell’Ue.
Ma le parole del giovane non sono bastate. Il procuratore di Mansura, 120 chilometri a Nord del Cairo, ha deciso di lasciarlo in carcere per altri 15 giorni.
Allo scadere dei quali le accuse contro di lui – diffusione di informazioni dannose per lo stato, propaganda sovversiva – potrebbero essere discusse e il giovane potrebbe avere la possibilità di difendersi. Oppure la detenzione potrebbe essere rinnovata fino a 200 giorni.
Patrick è apparso forte di fronte ai giudici: ha i capelli corti, gli sono stati tagliati in carcere senza spiegazione, un’infezione a un occhio e qualche diffcoltà a respirare a causa del sovraffollamento della cella.
Ma ha potuto ricevere medicine dalla sua famiglia e il procuratore ha promesso ai familiari un accesso più lungo.
A Mansura si è radunata una piccola folla di persone per lui: i colleghi dell’Egyptian initiative for personal rights, i suoi avvocati, e un gruppo di amici. Insieme a loro i diplomatici di Italia, Stati Uniti e Unione europea, a dimostrazione dell’attenzione internazionale che c’è sul caso, ieri finito anche sulle colonne del New York Times.
Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, per il giovane ora si apre lo “scenario peggiore”. All’Ansa ha detto: ”È una decisione crudele e non necessaria, perchè non c’è alcuna possibilità di inquinare prove o di modificare il corso delle indagini”. Poi l’annuncio: “La mobilitazione sarà lunga”.
(da agenzie)
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