TREVISO, CARABINIERI CHIEDEVANO SOLDI A NEGOZIANTI
UN ARRESTATO E TRE INDAGATI
Piccole somme di denaro con la promessa di chiudere un occhio, o forse tutti e due. Cento, duecento euro in cambio della mancata segnalazione su vere o presunte irregolarità di carattere amministrativo e sanitario.
Un quarto militare in servizio alla compagnia dei carabinieri di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione. Altri tre carabinieri sono stati denunciati a piede libero con l’accusa di concussione.
A condurre le indagini coordinate dalla procura di Treviso i suoi stessi colleghi che gli hanno notificato l’ordine di custodia cautelare firmato dal Gip.
Il brigadiere 57enne, originario di Catania, è sospettato di essersi presentato, assieme ai colleghi indagati, in diversi esercizi commerciali e attività gestite da imprenditori cinesi nella zona di competenza del suo comando.
Le vittime sarebbero state prese di mira durante questi sopralluoghi nei quali i carabinieri avrebbero ricevuto dei soldi in cambio di una maggiore tolleranza.
Ma ci sarebbe anche qualcuno sorpreso al volante che per evitare guai avrebbe consegnato dei soldi nelle mani dei militari: i carabinieri in cambio avrebbero garantito una maggiore tolleranza.
Le consegne di denaro sarebbero chiaramente avvenute in contanti in modo da non lasciare alcuna traccia.
Qualcosa però sarebbe trapelato e il comportamento dei militari non è passato inosservato. Gli episodi risalirebbero ai mesi scorsi e a far partire l’indagine sarebbero stati gli stessi colleghi che hanno segnalato i propri sospetti e nelle ultime ore hanno notificato agli indagati i provvedimenti.
Gli accertamenti che hanno permesso di sviluppare l’indagine non sono stati affatto facili visto anche il clima che si è venuto a creare tra le vittime.
Accuse gravissime e sospetti che nei prossimi giorni finiranno davanti al giudice per le indagini preliminari che dovrà sentire la versione dei fatti del carabiniere, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Uno snodo fondamentale per l’inchiesta.
Se il militare decidesse di non avvalersi della facoltà di non rispondere potrebbe spiegare come siano andate le cose.
Al momento a parlare ci sono le accuse, gravissime, nate proprio grazie alla segnalazione di chi come loro indossa una divisa.
(da agenzie)
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