TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL’EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L’ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO)
LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI
È ormai chiaro che Donald Trump non abbia nessuna voglia di impiegare il suo tempo ad incontrare faccia a faccia Giorgia Meloni.
La premier volerebbe a Washington come Icaro verso il sole, ma il cowboy coatto che siede alla Casa bianca non vede il valore aggiunto di un vis-a-vis con la sua groupie number one. Insomma, per Trump, non conta un cazzo, a differenza di Francia e Gran Bretagna, i cui leader, Macron e Starmer, sono stati subito ricevuti alla Casa Bianca.
Senza più il vento a favore di Musk (che aspetta il contrattone italiano per la Starlink), la Statista della s-Garbatella è arrivata al punto di consegnare all’ambasciatore negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, un messaggio da consegnare al presidente americano. La posizione italiana sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato sarà “allineata” a quella degli Usa: un no secco
Peccato che con il consueto camaleontismo, necessario a non urtare Bruxelles,
Giorgia Meloni abbia provato un insostenivile sotterfugio: la proposta di allargare a Kiev la tutela dell’articolo 5 del Patto Atlantico, che prevede l’intervento di tutti i Paesi membri a difesa di uno Stato partner aggredito. Una supercazzola che non sta né in cielo né in terra, e già esclusa sia da Washington che da Mosca.
D’altronde, anche un eventuale incontro con Trump, a cosa porterebbe? L’Underdog del Colle Oppio è forse convinta di esercitare il suo ascendente sull’incontenibile e imprevedibile golfista-in-chief?
Si illude di scongiurare i dazi sulle merci italiane, mostrando i suoi occhioni da cerbiatta e il sorriso da “furbetta del quartierino”? Ormai dovrebbe aver capito che Trump parla solo il linguaggio della forza: se hai carte da giocare, ti ascolta, altrimenti subisci e obbedisci.
Rischierebbe, quindi, di tornare a Roma con le pive nel sacco, identica condizione a quella in cui si trova il tycoon con Putin: era convinto di indurre “Mad Vlad” a una tregua di 30 giorni in Ucraina, ma è stato intortato ben bene dal Cremlino. Un nulla di fatto che non ha fermato la guerra.
(da Dagoreport)
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