TUTA NERA E SEDIA A ROTELLE, INTERVISTA AL DISABILE ANTAGONISTA
“L’EXPO SUL CIBO E’ DI CHI CI AFFAMA”…COLPITE SOLO LE AUTO DEI RICCHI”
Lello si muove svelto sulla sedia a rotelle.
Ieri era in prima linea al corteo NoExpo di Milano. Le foto che lo immortalavano con il casco in testa in mezzo ai Black Bloc hanno fatto il giro del web.
Anarchico da sempre — Pasquale Valitutti, questo il suo vero nome – in passato si è occupato di bambini disabili.
Ha 67 anni, è nato a Milano, ma vive a Roma. E non si perde una manifestazione.
Come è andata ieri?
Sorride, strizzando gli occhi azzurri. “Bene, giornata tranquilla…”
È venuto da solo?
“Sì, ma qui ho tanti compagni”.
Ed era in prima linea.
“Esatto. Quando è arrivata la polizia, gli agenti in divisa mi hanno colpito alla testa. Ma solo con le mani, non con i manganelli. Così, giusto per stordire. Poi sono arrivati gli altri in borghese, e mi hanno minacciato: “Guarda che ti conosciamo, sappiamo dove abiti. Veniamo a casa tua e ti facciamo saltare le cervella”. Non si minaccia così una persona”.
Ieri, però, il centro di Milano è stato devastato. Hanno distrutto vetrine, automobili…
“Hanno colpito dei simboli: banche, macchine da ricchi. Nessuna macchina povera. Anche se, a volte, in queste situazioni può succedere, può capitare per sbaglio”.
Ma cosa c’entrano i proprietari di quelle automobili?
“Deve capire che questi ragazzi vengono qui e rischiano la loro incolumità per i loro ideali. Lo fanno perchè sono disperati, è l’angoscia che li muove. Se li prendono possono farsi anche 10 anni di galera. Cosa ci guadagnano? Io sono vecchio, anche se mi beccano non rischio molto. Loro sì, ma vengono comunque. E colpiscono i simboli del mondo che non vogliono”.
L’obiettivo, stavolta, era l’Expo.
“Ma anche l’Expo è solo un simbolo. E poi non ha senso che proprio quelli che ci affamano facciano un’esposizione sull’alimentazione. Dentro ci sono anche le multinazionali. Pensi che il debito per l’Expo, secondo gli ottimisti, vale un miliardo di euro. E lo paghiamo noi”.
Per terra, alla fine del corteo, c’erano le tute nere abbandonate. Era tutto organizzato?
“No, non siamo organizzati come tutti pensano. Ci sono persone diversissime tra loro che manifestano insieme. Poi, certo, in corteo, se serve, ci si aiuta a vicenda…”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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