TUTTI SUL BUS E SARA’ IL CAOS ANNUNCIATO
MASCHERINA E DISTANZIAMENTO DI UN METRO MA SENZA CONTROLLI E SANZIONI TUTTO E’ AFFIDATO ALLA RESPONSABILITA’ DEI SINGOLI
C’è una foto che in queste ore che sta molto circolando in rete e che anticipa profeticamente quello che accadrà lunedì mattina dall’alba in poi quando quattro milioni e mezzo di persone torneranno al lavoro dopo i quasi due mesi di quarantena.
Nella foto si vede l’interno di un autobus sostitutivo della metro 1 milanese pieno zeppo di persone alle 5 di notte tra venerdì e sabato.
Stando a quanto riporta la cronaca meneghina del Corriere, l’autista avrebbe anche provato a far scendere un po’ di gente facendo un annuncio via microfono, ma niente, nessuno si muove, e lui è costretto a ripartire.
Una scena che molto probabilmente saremo costretti a rivedere spesso visto che, in sostanza, il controllo di un corretto uso dei mezzi pubblici locali nella fase 2 sarà affidato alla responsabilità dei singoli passeggeri.
Una sorta di grande autogestione collettiva
Il ministero dei Trasporti, per bocca di Paola de Micheli, insiste su due obblighi fondamentali che dovranno regolare la lunga fase di convivenza col virus per tutti quelli che si muovono in metro e bus: obbligo di mascherina, anche in stoffa, e distanziamento di almeno un metro fra un passeggero e l’altro.
Due regole tutto sommato semplici e dirette, che stamattina il ministro ha ribadito in una videocall con le associazioni del trasporto pubblico locale Anav, Astra e Agens.
Peccato però che le prescrizioni dell’esecutivo si vadano a scontrare con due ostacoli di non poco conto.
Il primo riguarda le sanzioni: per ora non ci sono.
Da lunedì infatti chi non rispetterà il distanziamento non potrà essere multato.
Il secondo, ancora più rilevante, riguarda i controlli: al momento non è previsto un sistema articolato, al massimo il personale di metro e bus potrà dare consigli e suggerimenti su come rispettare file e “riempimento” dei mezzi. Ma nulla più.
Così come avvenuto a Milano, quindi, se alle comunicazioni dell’autista non ci sarà un’assunzione di responsabilità conseguente da parte dei passeggeri, non succederà niente e il mezzo continuerà col percorso standard.
“La motivazione è molto semplice: le aziende non sono in grado di fare controlli a bordo – sottolinea ad HuffPost il presidente di Asstra, Andrea Gibelli -. Non per cattiva volontà ma per il fatto che non abbiamo personale in più e soprattutto non abbiamo dipendenti formati per questo compito. Del resto non possiamo pensare di normare tutto in questo paese. Bisogna mettersi in testa che da questa emergenza ne usciremo solo con il buon senso di tutti. La responsabilità individuale di chi prende un treno, una metro o un bus è fondamentale”.
Illuminante a questo proposito l’appello al buon cuore dei cittadini da parte di Trenord, il servizio ferroviario lombardo: “Trenord, in previsione della parziale ripresa delle attività produttive di lunedì prossimo, ricorda che in quest’epoca di emergenza sanitaria globale, anche la mobilità delle persone richiede comportamenti responsabili: oltre all’uso dei dispositivi di protezione individuale, occorre che i viaggiatori rispettino le distanze, non insistano nel salire su carrozze già occupate, utilizzino solo i posti indicati, prestino attenzione agli annunci di stazione, attendano eventualmente i treni successivi e, per l’acquisto dei titoli di viaggio, siano privilegiati i canali on line (app e sito)”.
Sanzioni e controlli, quindi, due spade di Damocle di non poco conto sulla ripartenza in sicurezza. Al ministero ne sono consci, tanto che si sono ripromessi un aggiornamento costante e briefing ripetuti con le aziende che si occupano del trasporto locale per tutta la giornata di lunedì.
In un approccio che inevitabilmente finirà per essere per “prova ed errore”: della serie “vediamo come andrà il primo giorno e poi si corregge in corso d’opera”.
A essere preoccupati del caos che potrebbe accadere lunedì mattina sono ovviamente anche gli enti locali, che anche questa volta si muovono in ordine sparso.
Il Lazio, ad esempio, sta pensando di utilizzare i volontari della Protezione civile per assicurare qualche controllo nelle stazioni principali.
A Firenze invece il sindaco Dario Nardella mette a disposizione 50 vigili urbani per monitorare il rispetto delle regole sui tram cittadini mentre chiede all’Ataf, l’azienda che gestisce il trasporto a Firenze e provincia, di assicurare il rispetto del distanziamento sociale.
Altra questione che varia da regione a regione e perfino da comune a comune è infine l’obbligo di utilizzare, oltre alla mascherina, anche i guanti.
Siccome non c’è una precisa norma nazionale, ogni ente locale va da sè.
A fronte di tanti che si limitano a replicare le linee guida nazionali, ci sono ad esempio Lombardia e Firenze che tramite due ordinanze ne hanno prescritto l’obbligo.
Se prendere una metro o un bus da lunedì in poi sarà più complicato, lo sarà molto di più imbarcarsi su un aereo.
Come riporta un articolo della Stampa, è opinione comune per gli esperti del trasporto aereo che il tempo medio per superare i nuovi controlli in aeroporto sarà di 4 ore.
Durata che in epoca pre-Covid ci sarebbe sembrata una eternità .
(da “Huffingtonpost”)
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