TUTTO QUELLO CHE NON TORNA NELLA VERSIONE UFFICIALE DELLA MORTE DI EBRAHIM RAISI: PERCHÉ GLI ALTRI DUE ELICOTTERI DEL CONVOGLIO, CHE DOVEVANO SCORTARE QUELLO DEL PRESIDENTE, SONO INTEGRI?
PERCHÉ IL PRESIDENTE È STATO FATTO SALIRE PROPRIO SUL PIÙ MALMESSO DEI TRE, UN BELL 212 CON TRENT’ANNI SULLE SPALLE E APPARATI DI NAVIGAZIONE INADATTI A QUEL CLIMA? – IL VELIVOLO SI È ROVESCIATO IMPROVVISAMENTE, COME CAPOVOLTO DA UN COLPO DI VENTO O UNA MASSA D’ARIA. O COME SE LA DOPPIA TURBINA SI FOSSE BLOCCATA ALL’IMPROVVISO
L’agenzia di Stato Irna si è affrettata a chiudere il caso: «Il presidente ha trovato il martirio nello schianto di un elicottero causato da un guasto tecnico ». Una versione netta che cerca di spazzare via qualsiasi sospetto. Ma quando un leader scompare in una situazione di crisi, dubbi, illazioni e teorie complottiste sono destinate ad aleggiare a lungo sopra i rottami. A partire proprio dalla questione dei tre elicotteri.
Il primo comunicato ufficiale infatti sosteneva che il Bell 212 di Raisi era scortato da altri due elicotteri. Nel video che mostra l’ultimo decollo si distinguono con chiarezza la sagoma di un robusto MI Mil-17 russo e di un altro Bell.
Entrambi sono a terra e non hanno i rotori in movimento: quindi non hanno volato in formazione assieme al presidente, affiancandolo per rendere più difficile identificare su quale mezzo si trovasse o proteggendolo con i sistemi di contromisure anti-missile presenti almeno sul Mil-17.
(da per “la Repubblica)
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