TUTTO QUELLO CHE SALVINI NON HA DETTO IN PIAZZA DEL POPOLO
LE VERITA’ SCOMODE: HA ESPULSO MENO IRREGOLARI DEL PD, HA BLOCCATO IL RITORNO VOLONTARIO DEGLI IMMIGRATI CHE VOGLIONO ANDARSENE, HA CAUSATO 19.000 SENZATETTO IN PIU’ E 18.000 GIOVANI DISOCCUPATI
Matteo Salvini porta in piazza la strategia della paura: la paura che scatena rabbia contro gli immigrati, i diversi e chiunque non la pensi come il governo.
«L’Italia rialza la testa» gridava lo slogan che oggi ha portato le truppe cammellate in Piazza del Popolo (40.000 presenti in una piazza che non puo’ contenerne appiccicate più di 50.000)
L’Italia leghista si è tappata le orecchie, ha chiuso gli occhi e serrato la bocca: come nell’immagine della famosa scimmietta.
C’è infatti una storia che Salvini non vuole raccontare e che il suo popolo si guarda bene dal chiedergli. E non ci riferiamo soltanto ai 49 milioni che la Lega ha rubato allo Stato italiano e che grazie a un accordo scandaloso restituirà in ottant’anni.
C’è molto altro di cui il ministro Salvini non vuole parlare.
Non ci dice che la sua promessa elettorale di rimpatriare cinquecentomila irregolari è pura fantasia.
E che nei primi tre mesi del suo mandato, da giugno a settembre 2018, ha fatto perfino peggio del suo predecessore del Pd: 1.296 persone rimpatriate da Salvini contro i 1.506 rimpatri forzati eseguiti, secondo i dati comunicati dal Viminale, nello stesso periodo del 2017 da Marco Minniti.
Non ci dice che il suo decreto sicurezza nel giro di pochi mesi provocherà almeno diciannovemila senzatetto, disseminando insicurezza nelle città italiane: insicurezza soprattutto per chi finirà a dormire sui marciapiedi, comprese famiglie con mamme e bambini.
A tanto ammontano, secondo uno studio della Corte dei Conti pubblicato a marzo 2018, i permessi umanitari che scadranno a breve. Permessi che su proposta di Matteo Salvini la maggioranza gialloverde in Parlamento ha cancellato.
Migliaia di nuovi fuorilegge e di senzatetto. Chi vuole tornare in Africa non può farlo. E scaduti i permessi non potranno più lavorare, affittare una casa e neppure andare dal medico
Non ci dice che i rimpatri forzati costano oltre 7.000 euro a persona: perchè, oltre alle spese di viaggio, richiedono la scorta di due o tre agenti di polizia per ciascun irregolare, che una volta arrivato in patria si ritrova nelle stesse condizioni che l’avevano spinto a emigrare.
Non ci dice che i ritorni volontari assistiti costano invece 4.500 euro a persona perchè non hanno bisogno di scorte di polizia.
E che la stessa cifra comprende 2.000 euro di investimento perchè l’interessato, una volta arrivato in patria, possa avviare attività commerciali o artigianali per sè e pagare la scuola ai figli. Eliminando o alleviando così le condizioni che altrimenti spingerebbero chiunque a emigrare di nuovo.
Non ci dice che però i ritorni volontari assistiti, che costano quasi la metà di quelli forzati che piacciono alla Lega, sono bloccati da sei mesi: perchè da quando è arrivato Matteo Salvini al ministero dell’Interno soltanto a fine ottobre è stato pubblicato il bando per il ritorno volontario assistito dei prossimi tre anni.
Così 684 persone che hanno fatto domanda, delle quali 337 avevano già ottenuto dalle questure l’autorizzazione a partire, rimarranno in Italia con i documenti in scadenza o scaduti.
Non ci dice nemmeno che il nuovo bando per il ritorno volontario assistito, pubblicato a fine ottobre dal suo ministero per il periodo 2019-2021 e finanziato con soldi dell’Unione Europea, stabilisce un massimo di 2.000 beneficiari in tre anni.
Appena 666 rimpatri all’anno, soltanto il 2,2 per cento di quanto ha fatto la Germania nel 2017: cioè il ritorno volontario finanziato dall’Ue di 29.522 immigrati.
Non ci dice che da ministro non è mai stato in Niger, Mali, Senegal, Gambia, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Algeria o Costa d’Avorio.
E che senza buone relazioni e accordi bilaterali con i Paesi d’origine dell’emigrazione, Matteo Salvini è soltanto un arruffapopolo.
(da “L’Espresso”)
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