ULTIMA CHIAMATA NO TAV AL M5S
PIAZZA OLTRE LE PREVISIONI… PRESSING PER LO STOP ALL’OPERA, ARRIVA IL SOSTEGNO DA GRILLO E APPENDINO… IMBARAZZI E SILENZI DEI MINISTRI
“Tirate fuori le palle”. Il messaggio della piazza torinese recapitato al Movimento 5 Stelle è chiaro e arriva direttamente dal leader dei No Tav Alberto Perino.
“Chiediamo con forza che tutto questo abbia fine, invitiamo il M5S a resistere e portare a casa quello in passato hanno scritto e detto chiaramente”, le parole di Perino dal palco di Piazza Castello.
Sotto di lui una marea di manifestanti: secondo gli organizzatori sono 70 mila, di certo c’è che il corteo partito da Piazza Statuto, due chilometri scarsi nel cuore del capoluogo piemontese, è affollatissimo.
“Abbiamo vinto”, grida il No Tav Lele Rizzo facendo il confronto con la piazza del Sì di un mese fa. Ma la vera vittoria della Valsusa ci sarà soltanto se il governo dovesse fermare definitivamente l’Alta Velocità italo-francese.
La piazza di Torino non sancisce lo strappo tra No Tav e Movimento 5 Stelle ma l’ultimatum di Perino certifica che la sintonia non sia più quella di un tempo.
Nelle stesse ore in cui Beppe Grillo, da Roma, viene contestato da un attivista e prova a rassicurarlo dicendo che l’Alta Velocità in Valsusa non si farà , il vicesindaco di Torino Guido Montanari – contestato anche lui in piazza da alcuni manifestanti – rimanda a dopo la fine dell’analisi costi-benefici ogni discorso sul prezzo che i grillini potrebbero pagare in termini di voti: “Non credo che il Movimento sia in affanno rispetto alla Lega. Spaccatura con l’elettorato? Oggi il problema non c’è, vedremo”.
A rappresentare la città , con indosso la fascia tricolore, c’è lui e non la prima cittadina Chiara Appendino che invece si limita invece a scrivere un post su Facebook in cui ribadisce “la contrarietà all’opera e la vicinanza a chi condivide queste istanze”.
Parole a cui corrispondono gli imbarazzi e i silenzi dei 5 Stelle di Governo, con Danilo Toninelli che rimanda nuovamente all’analisi costi/benefici, ma si limita a sottolineare la considerazione per la piazza con una “idea alternativa e sostenibile di futuro, di progresso”.
A sentirsi coloro che le portano avanti, queste istanze, sono però i valsusini: “Il Movimento 5 Stelle è una cosa, quello No Tav un’altra”, spiega la manifestante Luisa Avetta.
Ai pentastellati si riconosce sì il merito di aver spinto per una nuova valutazione dell’opera, ma ora serve lo stop definitivo. Un obiettivo che non sarà facile vista la differenza di vedute con il partner di governo, la Lega.
Per le strade di Torino marciano tutti: i giovani No Tav che “lottano contro una spesa inutile mentre le scuole sono fatiscenti”, le “donne montagnine” che replicano alle madamin che avevano organizzato la manifestazione del 10 novembre, e anche qualche gilet giallo arrivato direttamente dalla Francia: “Abito in un paesino dell’Isère che sarà attraversato dalla linea, non voglio che i miei figli debbano pagare i debiti di quest’opera” ci racconta Claude Mader, una signora di 70 anni arrivata con il marito e qualche altra decina di connazionali a spiegare il proprio no. Secondo loro “l’opera non serve a niente perchè già oggi si possono mettere le merci e i tir sui treni”.
E poi c’è la nutrita schiera di amministratori No Tav, compresi alcuni sindaci dei paesi del versante francese come il cinquantenne Gilles Margueron di Villarodin Bourget, a due passi da Modane dove ci sarà l’ultima discenderia del tunnel e dove per ora è accatastato lo smarino degli scavi geognostici
Come annunciato alla vigilia, il corteo è stato pacifico e i manifestanti hanno sfilato senza problemi di ordine pubblico, a parte un unico momento di tensione quando un paio di ragazzi hanno contestato il vicesindaco Montanari apostrofandolo come “assassino” e “complice di Salvini” e accusandolo di non opporsi all’opera: “Questa non è lotta, la lotta l’abbiamo fatta noi tutti i giorni al cantiere”.
Proprio dove lo stesso Perino promette di tornare se, alla fine, il Tav dovesse ripartire: “Se proverete a farlo ci troverete tutti quanti davanti alle ruspe e contro di voi”.
(da “Huffingtonpost”)
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