UN COLPO AL CUORE PER PUTIN: I SERVIZI UCRAINI NON SOLO SONO RIUSCITI A UCCIDERE A MOSCA IL GENERALE RUSSO, IGOR KIRILLOV, MA HANNO ANCHE RIPRESO LA SCENA E DIFFUSO LE IMMAGINI. UNA BEFFA PER “MAD VLAD”
L’ESPLOSIVO, IL TELECOMANDO, LA TRAPPOLA ATTIVATA DA UN AGENTE: L’OPERAZIONE RIENTRA NELLA STRATEGIA UCRAINA DI COLPIRE IL NEMICO LONTANO DAL FRONTE
Una guerra «segreta», l’estensione del conflitto che distrugge migliaia di vite sul fronte orientale, nella regione di Kursk e nelle città sotto i bombardamenti. Uno scontro che oppone Russia e Ucraina. L’agguato contro il generale Kirillov rientra nella campagna decisa dagli uomini di Zelensky dopo l’invasione, Mosca risponde dietro le linee, anche con i sabotaggi in Occidente.
Kiev ha adottato, da tempo, la tattica degli israeliani nei confronti dell’Iran e dei suoi partner, con colpi lontani dal teatro bellico principale. In alcuni casi il coinvolgimento è reale, in altri lascia che gli venga attribuita la responsabilità perché è comunque utile per la propaganda.
Negli ultimi due anni è stata segnalata la presenza di forze speciali ucraine in Sudan e nel Sahel per attaccare i mercenari della Wagner.
Più di recente, ricostruzioni dei media hanno indicato il presunto supporto ai ribelli siriani nell’uso di droni. Sono attività riservate ma che il capo dell’intelligence militare Budanov ha annunciato in diverse interviste.
Nel caso di Kirillov c’era persino un atto giudiziario con la sua incriminazione da parte dell’Ucraina appena un giorno prima della sua fine. Misura motivata dall’uso di armi chimiche ordinato dall’alto ufficiale. Evidente il messaggio, con una sentenza di morte eseguita a Mosca
L’ordigno è stato nascosto in un monopattino elettrico, forse legato con un adesivo al manubrio. Secondo l’agenzia Tass era composto da circa un chilogrammo d’esplosivo e magari con l’aggiunta di biglie di ferro.
Esperti citati dalla Bbc hanno pareri diversi sulle caratteristiche: uno ritiene che si sia trattato di una carica «artigianale» comunque potente, un altro propende per una miscela di qualità più elevata, compreso il plastico e ha citato — solo come esempio — il «cecoslovacco» Semtex, famigerato negli anni del terrorismo.
La trappola è stata attivata da un «agente» (uomo o donna che sia) appostato in modo da avere un’ottima visuale senza, però, creare allarme. È evidente che il generale è stato seguito, per capire dove fosse il varco migliore lo hanno individuato nel posto più scontato: il palazzo dove abitava. Così hanno sistemato il monopattino a pochi metri dall’ingresso, un «mezzo» che non suscitava sospetti e forse Kirillov non temeva per la sua vita. Il video registrato dalle telecamere di sicurezza lo mostra uscire dall’edificio insieme al suo collaboratore, compie pochi passi verso la vettura che lo aspetta ed è investito dalla deflagrazione. In apparenza non c’era alcuna vigilanza estesa.
L’utilizzo delle «due ruote» come «contenitore» di trappole esplosive è parte del modus operandi di molte «organizzazioni». È un mezzo agile, ormai comune, che può essere sistemato ovunque. L’alternativa alla bomba all’interno di una vettura o di un pacco — metodi adottati dai due contendenti —, all’imboscata di un killer.
(da il Corriere della Sera)
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