UN COMPLOTTISTA AL MINISTERO DEGLI INTERNI, CI MANCAVA UN ALTRO CHE SPARA CAZZATE
PER SIBILIA LO SBARCO SULLA LUNA E’ ANCORA UN ARGOMENTO CONTROVERSO E POTREBBE ESSERE TUTTA UNA MESSINSCENA
Che il pentastellato Carlo Sibilia, sottosegretario al Ministero dell’Interno fresco di nomina, abbia delle idee bizzarre è cosa nota.
Sorprende però che, nonostante il ruolo di alto prestigio istituzionale che ricopre oggi, non faccia nulla per nasconderle. Non un briciolo di vergogna, di ripensamenti o anche solo di furbizia.
Sibilia è così: o lo si ama (e sono in molti a farlo) o si cerca di sondarne il mistero.
Qualcosa del genere ha provato a fare oggi Alessandra Arachi sul Corriere della Sera nella sua intervista al sottosegretario all’Interno.
Non poteva mancare la domanda su quella che è considerata una vera e propria gemma del pensiero di Sibilia: lo sbarco sulla Luna.
In un tweet del 2014, quando era un semplice cittadino portavoce d’opposizione, Sibilia scrisse che ad oltre quarant’anni dallo sbarco sulla Luna degli astronauti dell’Apollo 11 “nessuno se la sente di dire che era una farsa”.
Nessuno tranne lui e qualche migliaio di cospirazionisti che da decenni scrivono su Internet (ma anche in libri di “controinformazione”) che l’allunaggio non è mai avvenuto.
Sibilia quel coraggio ce l’ha ancora, tant’è che al Corriere ha risposto che lo sbarco sulla Luna «è un episodio controverso».
Il che ovviamente non vuol dire assolutamente nulla, anche perchè quando al sottosegretario viene chiesto di spiegare il motivo si rifugia nel più classico degli “e allora il PD” parlando del Monte dei Paschi di Siena
Dal momento che il sottosegretario all’Interno non vuole condividere con i suoi cittadini ed elettori le sue teorie ecco che ci tocca assumerci l’ingrato compito di raccontare la storia di quelli che negli Stati Uniti vengono chiamati “moon landing deniers” (che a volte hanno addirittura l’onore di prendersi un cazzotto in faccia da Buzz Aldrin).
Fortunatamente negli States per il momento quasi nessuno si è accorto di Sibilia, il che è senza dubbio un bene.
Qualche anno fa Sciencemag aveva dedicato un articolo all’ascesa dei movimenti populisti dove veniva menzionata anche la teoria del sottosegretario a 5 Stelle sullo sbarco di Aldrin e Neil Armstrong sulla Luna.
C’è chi ha iniziato a scherzare sul complottismo di Sibilia, chiedendo all’ESA (l’agenzia spaziale europea) e alla NASA di reclutare il nostro coraggioso sottosegretario per la prossima missione lunare.
Ma in che cosa crede veramente Sibilia? Al contrario di quanto disse qualche anno fa non serve un particolare coraggio per dire che l’allunaggio non è mai avvenuto; basta avere una connessione ad Internet.
Cosa dicono le teorie alle quali crede Carlo Sibilia?
Basta fare una rapida ricerca su Google (è tutto in Rete!1) per scoprire che la teoria del Moon Landing Hoax ha più di quarant’anni. Tutto inizia con il libro Non siamo mai andati sulla luna dell’americano auto-pubblicato da Bill Kaysing un ex ufficiale della US Navy che non aveva alcuna competenza tecnica o scientifica sul funzionamento dei razzi spaziali.
Eppure secondo Kaysing non siamo mai andati sulla Luna perchè la tecnologia dell’epoca non lo avrebbe consentito. Trivia: il primo personal computer progettato da Olivetti nel 1965 fu tra quelli utilizzato dal team dell’Apollo 11 per programmare lo sbarco lunare.
I cospirazionisti ritengono quindi che per poter dimostrare la sua superiorità sui sovietici la NASA abbia ingaggiato il regista Stanley Kubrick al fine di girare le iconiche sequenze dello sbarco dell’Apollo 11 (i primi immigrati illegali lunari).
Non solo: nemmeno tutti gli altri allunaggi (tra il 1969 e il 1972 ci sono stati sei sbarchi sulla Luna) sarebbero mai stati effettuati realmente.
Vale la pena far notare a Sibilia che la missione dell’Apollo 12 avvenne solo 4 mesi dopo dal precedente.
In tutto questo però i russi non sarebbero mai riusciti a dimostrare che gli americani, all’epoca c’era la Guerra Fredda e i rapporti tra i due paesi erano piuttosto “tesi”, non sono mai andati sulla Luna. Eppure se l’avessero fatto avrebbero sicuramente lasciato un segno indelebile nell’animo degli americani fiaccandone lo spirito.
Negli anni la NASA e altri scienziati e ricercatori indipendenti hanno prodotto numerose prove della veridicità dello sbarco. I siti degli allunaggi sono stati fotografati in diverse occasioni (anche con osservazioni dalla Terra).
I complottisti come Sibilia invece si limitano a dire che “è una farsa” oppure che è un “argomento controverso”.
Quando gli si chiede di spiegare in che senso invece che produrre prove invece preferiscono cambiare argomento e parlare di Gianna Nannini e musica metal. Ognuno ha diritto ad avere le sue opinioni, ci mancherebbe, ma cosa succederà quando i giornali stranieri inizieranno a prendere in giro Sibilia per le sue teorie? Verrà fuori che è tutto un complotto dei giornaloni per infangare il buon nome dell’Italia e del governo?
Forse è meglio ammettere, una volta per tutte, che sullo sbarco sulla Luna il nostro eroico sottosegretario, dopo anni di studi matti e disperatissimi non ci ha mai capito nulla.
Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere: vista la sua nota diffidenza nei confronti delle informazioni ufficiali magari è possibile che Carlo Sibilia si rifiuti di credere alla teoria — propugnata dal titolare del Viminale — secondo la quale è in atto un’invasione organizzata di immigrati al fine di sostituire la popolazione italiana.
Eh già , anche Salvini è un complottista.
(da “NextQuotidiano”)
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