UN FINIANO DENUNCIA: “MI HANNO OFFERTO 500.000 EURO PER TRADIRE FINI, HO RISPOSTO CHE NON SONO IN VENDITA”
SCATTATA LA VERGOGNOSA CAMPAGNA ACQUISTI SUI DEPUTATI DI FUTURO E LIBERTA’ DA PARTE DELLA COSCA DEI TRADITORI DELLA DESTRA… UN ARTICOLO DE “LA STAMPA” NE ANTICIPA MOSSE E STRATEGIE.. COSA NON SI E’ DISPOSTI A SPENDERE PER EVITARE LA GALERA
Nella sala conferenze di Montecitorio Denis Verdini e Daniela Santanchè stavano presentando con molta goduria il ritorno nel Pdl del deputato estero Giuseppe Angeli strappato a Gianfranco Fini.
«Il primo di altri ritorni», garantiva su di giri la Santanchè, che aveva ricevuto la telefonata da Silvio Berlusconi.
«Brava Daniela, sei riuscita a rompere il fronte di Futuro e libertà . Vedrai che ne arriveranno altri alla Camera e poi ci facciamo delle belle risate… Pensa alla faccia che farà quello lì…».
Che sarebbe il presidente della Camera, per il Cavaliere sempre e comunque «un traditore».
Voleva andarlo a dire agli italiani, a Matrix, questa sera.
Aggiungendo che con lui «si è rotto un rapporto personale» e che «i finiani si accorgeranno quanti pochi voti avrà il loro leader».
Avrebbe voluto aggiungere che è pronto a respingere le «manovre di palazzo», poi ci ha ripensato: l’intervento è rinviato al 14 dicembre, dopo il dibattito alle Camere, per rispetto al Capo dello Stato che si è speso a lungo nel tentativo di trovare un accordo tra le parti.
A «quello lì» Berlusconi sta cercando di sfilare deputati per rimandare al mittente la mozione di sfiducia anche con uno, due voti di scarto (sono sette i deputati su cui si sta lavorando alacremente).
«Magari pochi voti all’inizio – spiega Ignazio La Russa – che diventeranno dieci in pochi giorni».
Il perchè è presto spiegato: il premier ha una decina di posti da assegnare tra viceministri e sottosegretari lasciati vuoti da Fli e da precedenti dimissioni di esponenti del Pdl.
E poi, sempre che il governo ce la faccia a mantenere la maggioranza alla Camera, ci sono tante nomine pubbliche da fare entro la fine dell’anno.
A questo si aggiunge pure un presunto lato ancora più prosaico della campagna acquisti: un deputato finiano confidava ieri che gli sarebbero stati offerti 500 mila euro per «tradire» Fini.
«Non sono in vendita», è stata la risposta orgogliosa.
Comunque, mentre Verdini e Santanchè mostravano lo scalpo di Angeli, fuori dalla sala conferenze si aggirava Saverio Romano, l’ex segretario dell’Udc siciliana che ha abbandonato Casini per mettersi in proprio con i suoi amici e schierarsi con il Cavaliere.
«Vedrete che Berlusconi alla Camera avrà la maggioranza. Bastano 5-6 assenze in aula al momento del voto… Non credo che tra i deputati ci sia molta voglia di andare a casa».
Una pausa, poi una «profezia».
«Abbiamo davanti quasi un mese di tempo e può succedere di tutto. Può succedere pure che Napolitano, di fronte a una tempesta finanziaria che si potrebbe abbattere in Europa nelle prossime settimane, possa decidere di non sciogliere le Camere e affidare l’incarico di formare un nuovo governo al governatore di Bankitalia Draghi».
E’ il governo tecnico la bestia nera di Berlusconi, ma per il momento non è alle viste.
Ma dopo la soluzione salomonica presa ieri al Quirinale sul voto di fiducia/sfiducia in Parlamento, il Cavaliere è convinto che lo spettro del governo tecnico sia stato archiviato.
Ora, spiegano a Palazzo Grazioli, l’alternativa è tra Berlusconi e le elezioni.
Insomma lo scenario sarebbe cambiato: i deputati dubbiosi e coloro che non vogliono lasciare lo scranno di Montecitorio sanno qual è il rischio che corrono se affossano il Cavaliere.
Ad esempio, Fini è in grado di rieleggere i suoi 35 seguaci, dovendo concorrere nella spartizione delle candidature con Casini, Rutelli e Lombardo?
Berlusconi, ad ogni modo, è soddisfatto della soluzione trovata dal Quirinale. Se avesse votato prima la Camera, in caso di sfiducia, sarebbe stato costretto a dimettersi e non avrebbe potuto incassare il voto favorevole del Senato.
Così invece a Palazzo Madama i senatori, che sono la metà dei deputati, potranno finire di votare prima dei loro colleghi di Montecitorio.
I quali sapranno in tempo reale che l’unico modo per non andare a casa è quello di sostenere il governo.
Potranno sembrare alchimie, sottili giochi di Palazzo, tuttavia il Cavaliere gioca colpo su colpo.
Con la sicurezza di chi ha blindato l’asse con Bossi e si prepara la campagna elettorale se non riuscirà a riconfermare la maggioranza nei due rami del Parlamento.
Amedeo La Mattina
(da “la Stampa“)
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