UN GIOVANE NIGERIANO TROVA UN CELLULARE E PERCORRE 10 KM AL GELO PER RESTITUIRLO
DA INCISA A RIGNANO: 10 KM A PIEDI … IL PADRE DELLA RAGAZZA RINGRAZIA IL GIOVANE SU FB
«Ci troviamo alla stazione di Rignano alle 14». Una promessa ad una sconosciuta e Tom, nigeriano di 30 anni, percorre 10 chilometri a piedi per restituire un cellulare dimenticato da una studentessa sul treno.
La temperatura è sotto zero e da Incisa a Rignano sull’Arno il tratto non è breve se non si ha un mezzo a disposizione ma si può contare solo sulle proprie gambe e su una volontà di ferro.
Una storia incredibile quella raccontata su Facebook dal padre della 18enne che, pubblicamente e senza nascondere la commozione, ha voluto esaltare l’eccezionale impresa del giovane migrante.
«Grazie Tom — si legge nel post — grazie al ragazzo nigeriano, solo e senza lavoro, dall’italiano incerto quanto il suo futuro (e glielo auguro comunque glorioso), cha ha trovato in treno il cellulare di mia figlia e, pur di riportarglielo, s’è fatto Incisa-Rignano a piedi, non avendo altri mezzi. “lo dovevo fare” come se fosse l’unico scopo di tutta la sua vita..»
Noemi, 18 anni di Pian di Scò, lunedì dopo la scuola è andata a casa di una sua amica che vive a Rignano.
Le ragazze hanno percorso il viaggio in treno e fra una chiacchiera e l’altra sono scese alla stazione: Noemi ha dimenticato il cellulare sul sedile della carrozza. Quando si è accorta di averlo perso, la ragazza ha provato subito a chiamare il suo numero e, dopo alcuni tentativi qualcuno, dall’altra parte, ha risposto.
Qualche esitazione sull’italiano ma non sul proposito. «Ci troviamo alla stazione di Rignano alle 14. Ti riporto il cellulare».
Giusto il tempo di pronunciare quella frase e il telefono si è scaricato. La giovane non sapeva chi fosse quel signore e non ha avuto altra scelta che aspettarlo alla ferrovia all’ora stabilita.
È stata raggiunta anche dalla madre e insieme hanno atteso lo sconosciuto gentiluomo. Alle 14 però nessuno si è presentato. Dopo oltre un’ora, proprio quando le due stavano perdendo ogni speranza, hanno visto arrivare un giovane nigeriano. A piedi. In mano aveva un iPhone.
Madre e figlia non potevano crederci. L’uomo aveva percorso l’intero tragitto a piedi per restituire il cellulare. Ha solo detto che il telefono non era suo e che aveva il dovere di riportarlo.
Non ha voluto niente in cambio, neanche un caffè.
Tom ha raccontato di essere in Italia da qualche anno, di non avere nè famiglia nè lavoro. «Sono sinceramente grato del gesto di un altro straordinario quanto normale essere umano — ha concluso il padre — il fatto che sia un migrante è per me secondario. Più che per aver ritrovato il telefono sono contento perchè, nonostante tutto, penso che ancora si possa aver fiducia nell’umanità ».
Chiara Calcagno
(da “il Corriere della Sera“)
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