UN PAESE INTOSSICATO DALL’ODIO PER IL “DIVERSO”: IL 29,3% DEGLI ITALIANI VEDE COME UN NEMICO CHI È PORTATORE DI UNA CONCEZIONE DELLA FAMIGLIA DIVERSA DA QUELLA TRADIZIONALE E UN 21,8% AVVERTE OSTILITÀ NELLE PERSONE CHE PROFESSANO UN’ALTRA RELIGIONE
IL 57,4% DEGLI ITALIANI SI SENTE MINACCIATO DA CHI VUOLE “RADICARE NEL NOSTRO PAESE REGOLE CONTRASTANTI CON IL NOSTRO STILE DI VITA, COME IL VELO” (CIOE’ I MIGRANTI MUSULMANI).
“Il 57,4% degli italiani si sente minacciato da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano consolidato, come ad esempio la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici o il velo integrale islamico”: lo evidenzia il 58/ma Rapporto del Censis secondo il quale il 38,3% degli italiani sarebbe molto preoccupato da chi vuole facilitare l’ingresso nel Paese dei migranti. Inoltre un 29,3% vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale e un 21,8% avverte ostilità nelle persone che professano un’altra religione.
Si tratta, a detta degli autori dello studio presentato dal Censis, di differenze che possono trasformarsi “in fratture e potrebbero degenerare in un aperto conflitto”. Allo stesso modo, si sottolinea, il 29,3% degli italiani “vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale”.
Mai come in questo momento la bussola della politica italiana è legata allo scacchiere internazionale, non a caso per il 49,6% dei nostri connazionali il nostro futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico e dagli eventi atmosferici catastrofici, per il 46% dagli esiti della guerra in Medio Oriente e per il 45,7% dal rischio di crisi economiche e finanziarie globali.
Lo segnala il 58/mo Rapporto Censis in un capitolo dedicato alla società italiana nel 2024. Nel sentiment degli italiani c’è anche un 45,2% che teme le conseguenze dell’aggressione russa all’Ucraina e un 35,7% preoccupato dalle migrazioni internazionali e un 31% dalla guerra commerciale e dalle tensioni geopolitiche tra Usa e Cina.
Per lo studio ci troviamo di fronte a una vera e propria ‘Sindrome italiana’, in cui “ci siamo risvegliati dall’illusione che il destino dell’Occidente fosse di farsi mondo e viviamo invece in un mondo scosso da forti tensioni, in cui nessuno è contento di come il mondo è”.
Inoltre “il lento andare nel tempo dell’economia ha sancito definitivamente che la spinta propulsiva verso l’accrescimento del benessere si è smorzata” e nei fatti nel periodo 2003-2023 “il reddito disponibile lordo pro-capite delle famiglie italiane si è ridotto in termini reali del 7% e anche la ricchezza netta pro-capite delle famiglie è diminuita in un decennio del 5,5%”. La gelata del ceto medio provocherebbe poi indirettamente pure “il ritrarsi dalla vita pubblica, con un tasso di astensione che alle elezioni europee del 2024 ha toccato un livello mai raggiunto prima nella storia repubblicana, pari al 51,7%, non dimenticando che alle prime elezioni dirette del Parlamento europeo, nel 1979, l’astensionismo si fermò al 14,3%”.
(da agenzie)
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