UN UFFICIALE DELLA G.D.F.: “I LIBICI SI COMPORTANO DA PADRONI E NOI ABBIAMO LE MANI LEGATE DAL GOVERNO”
“CI VERGOGNIAMO DI CIO’ CHE DOBBIAMO FARE, VOGLIAMO TORNARE IN ITALIA”…”IN LIBIA CI FANNO VIVERE IN UN ALBERGO RECINTATO, NON POSSIAMO USCIRE”… E MOLTI RIFIUTANO DI PARTIRE: “I RESPINGIMENTI SONO UN SERVIZIO INFAME”
E’ un ufficiale della Guardia di Finanza, 45 anni, oltre la metà trascorsi in mare in servizi di pattugliamento nel Canale di Sicilia.
Ha rilasciato una drammatica intervista oggi all’inviato de “la Repubblica” sui retroscena della nostra missione e sull’uso delle motovedette regalate dal nostro governo alla Libia.
L’ufficiale racconta che su ognuno di quei mezzi salgono cinque o sei italiani, ognuno con un compito preciso: chi si occupa dei sistemi di comunicazione, chi dei propulsori, della condotta o di altri aspetti.
Non possono interferire, i libici si comportano da padroni arroganti.
Ma i soldi che guadagnano non valgono più il gioco, soprattutto “quando dobbiamo assistere impotenti a vedere le nostre armi usate contro dei nostri connazionali indifesi”.
E sul caso specifico del peschereccio di Mazara, precisa: “Sparare è l’ultima ratio, solo in caso di enorme pericolo: per fermare un peschereccio esistono tecniche che lo permettono senza bisogno di sparare. Mentre i libici sparavano, noi non potevamo intervenire, abbiamo le mani legare dal governo. Il nostro unico compito è quello di insegnare ai libici come governare le motovedette che gli abbiamo regalato”.
Il testimone rivela che “tutti i miei colleghi a bordo non vedono l’ora di rientrare in Italia, i libici ci trattano pure male: siamo ospitati in un albergo recintato, una sorta di prigione da cui possiamo uscire solo per andare a bordo”.
L’ufficiale confida al giornalista: “siamo tra due fuochi: da un lato ci sono gli ordini che vanno rispettati, dall’altro finiamo indagati per aver respinto gli immigrati in acque internazionali, cosa dobbiamo fare?”
E si sfoga: “Questo dei respingimenti è un servizio infame, da mesi si registrano casi di ammutinamento: molti pattugliatori che dovevano partire dai porti liguri e toscani per darci il cambio non partono affatto: piuttosto che fare questo servizio ci si dà malati o si trova la scusa che l’imbarcazione ha un problema tecnico”.
E racconta: “Ci sono clandestini che minacciano di uccidersi piuttosto che essere riportati in Libia, donne con bambini che ci pregano di salvare i piccoli, gente disperata che minaccia di farsi annegare. Io sono un militare, ma soprattutto un padre. A costo di rischiare provvedimenti disciplinari, non lo farò mai più. Un giorno dovrò rendere conto a qualcuno e voglio avere la coscienza pulita”.
Ma il comportamento del nostro governo sta irritando tutti, persino l’ammiraglio Usa, responsabile Nato per il Mediterraneo, che ha criticato il comportamento italiano nei confronti della Libia.
Per non parlare della Unione europea e della Cei.
Non abbiamo il coraggio di difendere i confini delle acque internazionali e paghiamo Gheddafi per affogare i profughi per nostro conto.
Una politica vile, inconciliabile con le convenzioni internazionali che abbiamo firmato e con il buon senso.
Un governo di vera destra è altra cosa.
Non può avere un ministro degli Interni che giustifica chi ha mitragliato dei connazionali sostenendo che ” i libici li avevano scambiati per profughi”. Allora vuol dire che abbiamo autorizzato i libici ad assassinare degli esser umani?
Vomitevole, non esiste altra parola.
Soprattutto che uno che dice certe cose non venga cacciato dal governo a calci nel culo.
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