UNA DELLE DUE PAGINE UFFICIALI DI FRIDAYS FOR FUTURE APPOGGIA LA “BUONA DESTRA” DI FILIPPO ROSSI
“L’AMBIENTALISMO NON E’ SOLO UN VALORE DI SINISTRA, MA ACCOMUNA TUTTI I POPOLI”… DOPO TANTI ANNI DALLE PRIME ESPERIENZE, LA NUOVA DESTRA SI FA INTERPRETE DEI VALORI ECOLOGISTI
Chi ha seguito nascere il movimento Fridays for Future ricorderà che a marzo 2019, alla vigilia della manifestazione globale per il clima che ha visto oltre 100mila persone scendere in piazza, il movimento aveva due identità online: due pagine Facebook, due account diversi su Twitter e Instagram. Una di queste era la pagina ufficiale di Fridays for Future Italia, e oggi conta circa 38mila follower.
L’altra invece, che ne conta circa 52mila, dopo qualche settimana, ha cambiato nome in Futuro Verde.
Nei giorni scorsi ha annunciato di essere diventata formalmente parte di un nuovo soggetto politico fondato da Filippo Rossi e che si chiama “La Buona Destra”, a cui destinerà quindi anche una buona parte di follower raccolti quando era ancora la pagina ufficiale del movimento ispirato all’attivista svedese Greta Thunberg.
Ma come è accaduto?
Ad aprile 2019 il movimento ambientalista presentava un manifesto nazionale e man mano si organizzava in nuclei di coordinamento locali attraverso i quali si può tuttora aderire al movimento, indipendentemente dal colore politico.
Inutile negare che le pagine social costituiscano un importante megafono e quindi rappresentino anche uno strumento di coordinamento del movimento, oggi come ieri.
In quanto movimento nato spontaneamente, anche la sua gestione è stata per lungo tempo improvvisata, senza una chiara suddivisione dei compiti. Una fluidità che lasciava molto spazio all’iniziativa individuale e anche ad ambiguità rispetto ai ruoli e competenze di ciascuno.
Per questo motivo uno dei gestori della pagina originale di Fridays for Future, Luca Polidori, decise, con un gesto «non molto bello», come lui stesso ammise al telefono, di escludere alcune persone fino ad allora deputate, insieme a lui, alla gestione della pagina. L’obiettivo era preservare — così diceva — l’imparzialità politica del movimento e — temendo l’avvicinamento dei Fridays al movimento No Tav e il partito dei Verdi — anche da possibili strumentalizzazioni.
Ecco, proprio ieri l’ex pagina ufficiale di Fridays for Future, Futuro Verde, ha annunciato pubblicamente il suo sostegno a un movimento politico, di destra.
«Da oggi si fa sul serio, da oggi siamo parte del partito la Buona Destra guidato da Filippo Rossi. Perchè l’ambientalismo non è solo un valore di sinistra e tutto lo spettro politico ne deve parlare. Perchè decrescere non è una soluzione sostenibile e perchè mentre l’estrema destra spaccia i confini come amici dell’ambiente noi crediamo che la cooperazione internazionale sia l’unica soluzione. In questo articolo la base su cui costruiremo il nostro contributo politico».
Così si legge sul post pubblicato sulla pagina: insomma un’alternativa all’ambientalismo “di sinistra” e “mainstream”, presumibilmente quello degli ex colleghi attivisti, che dà il suo appoggio a un partito che a sua volta si definisce in opposizione alle destre di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Il fondatore de “La Buona Destra”, Filippo Rossi, non è nuovo alla scena politica (e mediatica). Ex giornalista, ex direttore del Futurista e fondatore della rassegna culturale Caffeina
Dopo un trascorso in Alleanza Nazionale è stato vicino al Pdl, rimanendo sempre fedele a Gianfranco Fini ed approdando infine anche in +Europa di Emma Bonino. Appare fondamentale nel suo percorso politico anche l’aggressione subita da parte di alcuni militanti di CasaPound nel 2012.
A ottobre del 2018 pubblicava invece su Il Foglio un manifesto per la buona destra, in cui lamentava «una fortissima sensazione di estraneità rispetto a una destra (destra?) sempre più caricaturale. Sempre più cattiva. Sempre più estrema in ogni sua espressione. Come se l’urlo fosse l’unico modo di vivere la politica. Come se l’odio fosse l’unico sentimento possibile».
Una destra «retrograda, chiusa, illiberale, plebiscitaria, semplicistica, ispiratrice di remote derive razziste».
(da Open)
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