UNA FEDE, UNO ZAINO, UNA BARCA SEMIAFFONDATA: CHI SONO AHMED E DOUDOU?
UN ANELLO CON DUE NOMI INCISI, POCHI VESTITI, QUALCHE OGGETTO: E’ QUEL CHE RESTA DI ALTRE VITE INGHIOTTITE DAL MEDITERANNEO SU UN BARCHINO TROVATO DALLA OPEN ARMS
Non sappiamo e probabilmente non sapremo mai quanti erano e chi c’era su quella barchetta, uno dei tanti simboli delle vite che continuano ad essere inghiottite dal mare senza lasciare traccia e senza che i familiari sappiano neanche se ce l’hanno fatta o no e abbiano un corpo da piangere.
Forse queste poche tracce di Ahmed, stese ad asciugare sul ponte della Open Arms, entreranno come un missile in qualche casa sull’altra sponda del Mediterraneo.
Forse serviranno quantomeno a placare l’angoscia di chi non sa.
O forse rimarranno solo testimonianza di quello che accade ogni giorno in un mare che negli ultimi giorni ha restituito più di 30 cadaveri sull spiagge libiche.
E allora eccole queste tracce: la fede innanzitutto. Ahmed e Doudou, non sappiamo la nazionalità ma sicuramente di lingua araba a giudicare dai bigliettini trovati nello zaino. Rosso, con le cinghie nere.
Dentro pochi abiti da ragazzo: due maglie da basket, una bianca a mezze maniche con il numero 63 e una azzurra a canottiera con il numero 23, un’altra maglietta rossa, un paio di jeans, una canottiera bianca, un paio di scarpe nere, un paio di calze nuove, un quaderno.
E’ tutto quello che resta dell’amore giovane di Ahmed e Doudou, finito in fondo al Mediterraneo in un giorno di novembre.
(da “Repubblica”)
Leave a Reply