UNA FUNIVIA NON PRECIPITA PER CASO: COSA HA PROVOCATO LA ROTTURA DEL CAVO DI TRAZIONE SULL’IMPIANTO DEL MONTE FAITO, CHE HA UCCISO QUATTRO PERSONE? E PERCHÉ IL FRENO D’EMERGENZA NON HA FUNZIONATO?
C’È POI LA QUESTIONE METEO: GIOVEDÌ CASTELLAMMARE ERA BATTUTA DA UN FORTE VENTO, MA LA PROTEZIONE CIVILE SEGNALAVA SOLTANTO PIOGGE E TEMPORALI. SI POTEVA EVITARE LA PARTENZA DELLA FUNICOLARE? … LA FUNE ERA STATA CAMBIATA APPENA SEI ANNI FA, MA IL FRENO DI SERVIZIO AVEVA PIÙ DI TRENT’ANNI: INSTALLATO NEL 1989, DOPO L’INCIDENTE DEL 1960, E NON È STATO MAI SOSTITUITO
Sono innanzitutto due gli elementi sui quali dovrà fare chiarezza l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata dopo la sciagura di giovedì pomeriggio in cui quattro persone sono morte e un’altra è rimasta ferita in maniera gravissima a causa del crollo di una cabina della funivia che collega Castellammare di Stabia con il Monte Faito.
Fondamentale sarà capire che cosa ha provocato la rottura del cavo di trazione e il perché del mancato funzionamento del freno che in casi come questo deve impedire lo scivolamento della cabina a velocità sempre maggiore. E invece la cabina pare proprio sia scivolata: lo confermerebbe un video registrato dalle telecamere dell’impianto che è già stato acquisito agli atti dell’inchiesta.
C’è poi la questione meteo: giovedì Castellammare era battuta da un forte
vento, ma l’allerta diramata dalla Protezione civile in mattinata segnalava soltanto piogge e temporali.
Saranno le perizie a dare le risposte necessarie affinché l’inchiesta proceda. Dalle prime informazioni raccolte, anche queste destinate alle necessarie verifiche, emergerebbe che il cavo che si è spezzato era stato sostituito sei anni fa.
Troppi? Lo stabiliranno i tecnici, ma in linea generale pare che un cavo d’acciaio delle dimensioni di quelli che sostengono una funivia abbia una vita più lunga di sei anni.
Per quanto riguarda invece il freno — che il macchinista Carmine Parlato aveva certamente la possibilità di attivare manualmente — dovrebbe valere ciò che dice il presidente di Eav (l’azienda regionale che gestisce la funivia) Umberto De Gregorio: «Ci sono stati tre mesi di collaudi e poi i controlli sono stati ripetuti ogni mattina. Le funi sono state sottoposte a radiografia. È tutto scritto nella relazione tecnica che il direttore di esercizio ha trasmesso l’8 aprile all’Ansfisa (l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, ndr ) ».
Ora quella relazione è sotto sequestro, come tutto ciò che riguarda la funivia di Monte Faito: gli impianti, le stazioni, anche gli uffici. Tutto.
Altri elementi sui quali fare chiarezza emergeranno probabilmente dalle valutazioni dei periti, ma è certo che nomi sul registro degli indagati ne saranno scritti ben prima che gli inquirenti ricevano le relazioni tecniche dei loro consulenti. Probabilmente già la prossima settimana o quella successiva.
(da Il Corriere della Sera)
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