UNA GIORNATA SENZA MUSEI: DAI TAGLIANDI STACCATI AL TAGLIO ALLA CULTURA, PARI ALL’80% DELLE RISORSE
VENERDI’ MUSEI, SITI E BIBLIOTECHE RESTERANNO CHIUSI PER PROTESTARE CONTRO IL TAGLIO DELLE RISORSE DECISE DAL GOVERNO… UN PATRIMONIO CHE IL MONDO CI INVIDIA, MA NOI PREFERIAMO MANTENERE ENTI INUTILI E TAGLIARE RICERCA, CULTURA E ARTE: CHE TRISTE ITALIA
Chiuderanno per protestare contro i tagli di budget alla cultura.
Il 12 novembre centinaia di musei, biblioteche, siti archeologici, luoghi di spettacolo, da Roma a Torino, da Venezia a Bari, in decine di città e comuni, non apriranno i battenti per opporsi ai provvedimenti sulla cultura nell’ultima manovra finanziaria del governo.
La mobilitazione nazionale “Porte chiuse, luci accese sulla cultura”vede tra i promotori Federculture e Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), con il sostegno del Fai, Fondo Ambiente italiano, e, fra gli altri, di Umberto Croppi, assessore alle Politiche culturali e alla comunicazione del Comune di Roma. Diverse, oltre la chiusura, le forma di protesta.
Milano ad esempio, pare pensi a una giornata di gratuità di musei e siti.
Nel Lazio, La Fondazione Musica per Roma aderirà alla mobilitazione rilasciando a titolo gratuito (da venerdì 5 fino a esaurimento posti disponibili) i biglietti per il concerto Gabriele Cohen Jewish Experience del Roma Jazz Festival, al Teatro Studio.
L’iniziativa non è solo contro i tagli, comunque molto consistenti: 280 milioni tra quelli diretti al ministero dei Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali, che potrebbero essere di circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio.
Si contestano soprattutto norme «che potrebbero avere conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano» ha detto Roberto Grossi, presidente di Federculture, come il tetto di spesa per l’organizzazione delle mostre pari al 20% di quanto speso dall’amministrazione nel 2009, tagliando di fatto, stando ai numeri in cartella stampa, dell’80% le risorse.
«L’arte è il nucleo degli affari in Italia» ha detto durante la conferenza di presentazione dell’iniziativa Andrea Ranieri, dell’Anci, che ha organizzato il movimento di protesta.
La giornata toccherà le istituzioni – musei, siti archeologici, parchi e biblioteche – gestite dai comuni e non quelle gestiste dallo stato.
Così il Palazzo Ducale a Venezia sarà chiuso.
Resteranno aperti invece il Maxxi di Roma e il Colosseo.
Anzi, il Museo del XXI Secolo progettato da Zaha Hadid offrirà i propri spazi per «un momento di incontro e riflessione aperto al pubblico sul tema dei tagli alla cultura».
Se esiste un Paese al mondo che gode di un flusso turistico enorme, grazie ai beni artistici e culturali di cui dispone, è l’Italia.
In qualsiasi altra nazione ciò determinerebbe notevoli investimenti, forieri di entrate economiche dall’estero che sarebbero tanta manna per l’economia del Paese.
Ebbene, noi riusciamo non solo a non incrementarli, ma persino a tagliarli dell’ 80%.
Quando sarebbe bastato abolire le Province o qualche “Comunità Montana sul mare” per triplicare i fondi destinati alla cultura, all’arte e alla ricerca.
Che triste Paese è diventata la nostra Italia…
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