UNA GIOVANE TESTIMONIANZA DALL’AQUILA
LA GIORNATA DI UNO STUDENTE UNIVERSITARIO TRA RABBIA, RICORDI E I TURISTI DELLA DOMENICA
Francavilla al mare(CH): esco dal tugurio chiamato stanza N°10 (2 metri per 3); esortato anche oggi da una luce solare tagliente, a tratti abbacinante.
Mi chiamo Matteo e sono uno “sfollato governativo” per dirlo alla Camarca.
Premetto, non voglio fare discorsi filo rivoluzionari o sovversivi.
Scendo frettolosamente le scale (per illudermi di aver qualcosa da fare) evito l’impatto con le donne delle pulizie (già a pieno ritmo) che in maniera colorito-teatrale, degne della miglior Nicoletta Braschi, mi si rivolgono:«Ben Alzato», io indifferente cerco a stento di ricambiare: ho altro per la testa!!
La mia città . La mia casa. La mia gente.
Insomma: la mia vita.
Un coacervo di sensazioni naviga nella mia testa, ramingo di me stesso, girovago tra l’hotel in cerca di qualcosa o qualcuno, ah quasi dimenticavo!
All’improvviso mi balena il ricordo di dover partire, oggi stesso, per la città presidiata di cui ricordo vagamente il nome (data l’assenza prolungata):L’Aquila!
Occupata da baldanzosi e riottosi “uomini” pronti a tutto pur di poter mostrare la loro perenne estraneità su qualsiasi domanda.(scusi posso rientrare a casa per prendere qualche vestito?..Aspetti chieda ad un’altra pattuglia….bhà ..!?)
Obiettivo giornaliero: recuperare indumenti da poter indossare in giornate anonime (la mia massima ambizione oggi).
Ore 9.30: varco il casello autostradale, cresce l’ansia per le immagini tetre che dovrò per forza di cose rivedere, flashback chilometrici.
Ore 10.30:entro in città per una delle poche vie percorribili (viale della Croce Rossa), all’improvviso come un’apparizione si materializzano decine e decine di macchine; targhe Bo,Mi,Br,Ba,Na e chi più ne ha, più ne metta.
Cosa succede? Che vorrano mai qui? All’interno, persone sbalordite, attonite, spiattellatte adosso ai finestrini.
Alcuni(molti in realtà ) con figli al seguito,quasi come fosse una gita della domenica (andiamo ragazzi, oggi si parte, vi farò vedere la città che è su tutte le prime pagine).
Le loro vetture con un andatura ondeggiante, sembrano cercare non si sa cosa.
Dovevo essere a Pettino alle 10.40 (lo strafamoso quartiere sopra la faglia; eh si, la fortuna vuole che mio padre, vent’anni fa, comprò una casa proprio li), erano le 11 e la distanza non lasciava speranza.
Rassegnato dalla mattinata persa in coda al serpentone, scendo per fare benzina.
Da una panda vecchio stile, un uomo attempato mi si avvicina timoroso.
Il suo sguardo smarrito rifulge alla mia presenza e con un italiano stentato mi si rivolge: «E’ di qui,lei? Dove sono le case rotte? Le macerie? Si può andare in centro? Io vengo dalla Calabria».
E’ lui! Ne avevo sospettato, è il turista della disgrazia, uomo gretto, triviale, punibile dall’art 726 codice penale.
Spinto da una stupida curiosità , mai venuto sopra queste pietre e su queste strade prima del 6 Aprile 2010.
Basilica di Collemaggio, Fontana 99 Cannelle, Forte Spagnolo, 99 Chiese.
Storia e cultura che poco gli interessavano e che forse ignorava totalmente.
Interessato solo alla polvere delle macerie (specchio del suo animo probabilmente); non gli importa se sia di intralcio tra le vie di una città semidistrutta, desideroso di nutrire il suo egoismo di conquista assai curioso.
Parole su parole si intrecciavano tra loro, quasi come a millantare le sue radici nella zona, da lui però sino ad allora inesplorata.
Serbavo verso lui il disprezzo assoluto, ma mi comportai reprimendo quel sentimento che saliva in me.
Avrei voluto urlargli sopra, insultarlo, coprirlo di ingiurie, ma lo trattai come si tratta il migliore degli amici, rispettando anzitutto la sua dignità .
Dignità che al contempo vedevo violata in me, dal suo fare da italiota.
Non so, sembrerà strano, ma a me non sarebbe mai passato in mente; come se fossi andato a vedere subito dopo gli eventi disastrosi S.Giuliano di Puglia, l’Irpinia, Haiti o Constitution.
Mi sono bastate le immagini proiettate dai media in continuazione.
Non avrei avuto il coraggio di vedere da cosi’ vicino le discrazie altrui,o forse la gente che lo fa, vorrà veder altro: la sofferenza.
Pochi giorni fa, ne ho vista un’altra della saga infinita; mi chiama una mia amica, Erika, invitandomi alla sua nuova casa firmata Provincia autonoma di Trento.
Lei si trova nel luogo diventato simbolo,un paesino che prima delle 3:32 del 6 aprile viveva in una dolce e anonima tranquillità : Onna.
Arrivato nel camping, subito rimango attratto dalla rara bellezza dei loro nuovi alloggi con giardino e panchine, stile villaggio; la casa di Erika è proprio li, che fortuna, penso in me, case cosi’ belle non si vedono tutti i giorni.
Eccola la mia amica, a dir poco raggiante, mi invita ad entrare nella sua nuova casa.
All’interno ancora meglio, ben rifinita, materiali e oggetti curati nel dettaglio, ma appena mi sporgo dalla finestra, vedo uno scenario spettrale; case appoggiate tra loro, cumuli di macerie, tetti nei parcheggi (riesce difficile immaginare come potersi salvare quella notte); è la vecchia Onna, proprio accanto alla nuova!!
Un accostamento degno del miglior Hitchcock.
Ma c’è di peggio, a mio parere: usciti dalla casa, andiamo verso la fontana che è appena in funzione, dalla strada vicino si vedono degli abbagli, cosa saranno mai?.
Avvicinandoci capiamo che provengono dalla strada che divide la vecchia Onna dalla nuova, proprio accanto alle nuove casette.
No, ancora loro, con al collo macchine fotografiche impazzite.
Per la mia amica, dopo la notte del 6 Aprile, non esiste più, o quasi, quella privacy che solcava le sue solite giornate, infranta da orde di turisti che ogni giorno passano ad un metro dalla sua nuova casa e stazionano li incuriositi e perplessi (ho saputo che 2 turisti tedeschi l’altro ieri hanno fatto un picnic li in mezzo..).
Oramai di rado torno nella mia città ; studio fuori sede a Teramo e il solo pensiero di rivedere sciene come queste mi spingono a tornare il meno possibile, in quella città diventata sede di corruzione e di appalti facili, di strade casualmente piene di macchine di piccola cilindrata( Ferrari,Porsche,Suv vari) in preda ad una altalenante rivoluzione urbanistica (se un giorno ti svegli troppo tardi, rischi di andare contromano su una strada che prima era a doppio senso), locali che nascono sopra i cigli delle strade, che vendono alcolici a tutte le ore,come per dire “venite gente che in questo posto ci si diverte dimenticando tutto”.
Ecco la situazione attuale,mi piacerebbe riassumerla in due parole: confusionaria e Illusoria.
Ecco perchè preferisco rimanere qui seduto sopra una sedia, studiando il prossimo esame in programma, nell’attesa di un futuro migliore e sperando che prima o poi quella sobria città ridiventi luogo di cultura e di rispetto, dove poter vivere serenamente e senza pavidità alcuna.
Ripenso e rimpiango i tempi in cui si usciva in centro a prendere una pizza, vicino a quel bar che ora non c’è più e accanto a quella cattedrale che ora è in attesa di qualcuno che la adotti(sigh!).
Ma perchè questo “turista” non dovrebbe pagare un biglietto o una tassa (da pilotare sulla ricostruzione) per visitare un museo a cielo aperto?
Non mi sembra che il turista culturale (unico degno del nomen) si insinui furtivamente a titolo gratuito all’interno di una pinacoteca, o sbaglio?
Credo che le norme legislative,tra cui gli stessi principi costituzionali lo vietino…ma ragionando secondo criteri di giustizia sostanziale l’epilogo potrebbe essere diverso.
Matteo Mastracci
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