UNA MATTINA AL SEGUITO DI ARIANNA MELONI: BACI, SUPERDONNE E ROLEX “REGALO DE MAMMA”
PARTECIPA ALL’EVENTO DELLA MINISTRA ROCCELLA SULLE DONNE, CIRCONDATA DA ATTORI E DIRETTORI RAI, VEZZEGGIATA E CELEBRATA
Arianna Meloni “nun parla”, “nun scappa”, “nun la freghi”. Arianna Meloni ha il Rolex. Signora Meloni, ci dica una parola sui magistrati, sull’Europa, su Schlein, una sola! “Ma che se po’ dì dopo che ha parlato la presidente? Giorgia ha riportato l’Italia al centro dello scacchiere internazionale”.
Signora Meloni, ogni sua sillaba cambia il giornale. “Oh, Gesù! Ma siete degli stalker. Ma lei me stai a seguir pure alla toilette”. Signora Meloni, ci hanno mandato al Maxxi per l’evento “Storie invisibili di donne incredibili”, organizzato dalla ministra Roccella, con la Ragioniera Daria Perrotta, il cigno di stato. Non ci faccia tornare senza nulla. Abbiamo speranze? “Lei ha detto bene. Si parla di grandi donne. Parliamo di donne”.
Certo, ma c’è la decisione della Cassazione che ha multato il governo per il caso Diciotti e le parole della premier, sorella, che ha definito la decisione “frustrante”. Ci fa un regalo? “Lei mi sa ripetere una storia che ha ascoltato di una di queste grandi donne? Io le so tutte”. Signora Meloni, abbiamo ascoltato quella di Nina Sartirina, che cucì la bandiera tricolore e la nascose, come ha raccontato Paola Ferazzoli, “sotto la sottana”. E poi, ci scusi, lei è la “segretaria” di FdI, comprenda. “Intanto nun è vero”. E cos’è? “Io sono una militante di FdI, ho un incarico in segreteria e poi c’è Donzelli”. Signora Meloni, perdoni, ci sembra di vedere che il suo orologio è d’acciaio, il suo orologio è stupendo, sembra proprio un Rolex. E’ un Rolex? “Embé? Sì, è un Rolex. Me l’ha regalato mamma nel 1999. Ci tengo tantissimo. Ah, glielo dico subito. Con me nun attacca. Me potete controllar er conto corrente, la borsetta. Se vuole la apro. Non è che ce farà er pezzo? Ce famo er pezzone. L’attrice Claudia Gerini, invitata, la bacia come fosse la notte degli Oscar, Angelo Mellone, il direttore del Day Time Rai, total blu, dice lui, la fa sorridere. Come ha fatto? Andiamo da Mellone. Il segreto? “Le ho raccontato del meme dell’uomo scemo”. Mellone, ora lei ce lo ripropone e noi andiamo a farci belli con Meloni. “Con piacere. Una donna guarda il compagno e dice: ‘Chissà cosa pensa lui, di me’, e il marito, che guarda lei, pensa: ‘Ma se la pizza è rotonda perché il cartone è quadrato?”.
Siamo al Maxxi e contiamo almeno 15 “rottura di tetti di cristallo”, viviamo il tormento del mestiere, l’alleanza tra giornalisti: “La dobbiamo vezzeggiare facendola parlare prima delle donne e poi proviamo con una domanda vera. Io faccio la seria, tu vai di rinforzo”. Chi tradisce è uno schleiniano. Non funziona. Non ci sono neppure mimose da regalare. Arianna nun molla.
Lo sgomento del giornalista: “Se non parla Arianna Meloni non c’è un titolo, se non c’è un titolo non c’è Arianna”. Per fortuna, nell’attesa, arriva Mellone, il bello Rai, che ci racconta le sue ultime vicissitudini: “Ma io sarei pronto ad andare a Rai Cultura, non sai quante idee avrei, quanti programmi potrei fare. Ma come faccio a lasciare il Day Time? Capisci la difficoltà”. E’ uno scrittore, un drammaturgo, un artista e solo gli artisti si possono permettere di non avere peli sulla lingua, sulla Rai: “In Rai sembra di stare, a volte, in un ministero socialdemocratico. Giornalisti, conflitti, io invece lavoro, faccio programmi e vanno pure bene. Hanno il segno più. Il bilancio è positivo. Venite a trovarmi”. Finisce di dirlo e appare Daria Perrotta, la ragioniera di stato, con il suo cerchietto in testa, senza scorta, come fosse una professoressa di Oxford. Ragioniera, lei, da sola? “E non è forse bello così”.
E’ un museo tutto per loro, per le donne, una stanza tutta per sé. Ci sono gli studenti di Villa Flaminia che sbuffano quando sentono “abbiamo rotto i tetti di cristallo” che è una frase ormai a mille pezzi. Ce l’hanno fatta, Roccella, Meloni, Perrotta, Gerini, e adesso possono ricordare, i torti, le piccole offese le incomprensioni, quelle che Caterina Balivo, anche lei presente, aveva con il papà, il babbo che le diceva “tu non andrai mai a Roma”, il “se fossi stata maschio ti avrei mandato”, la molla che, dice ancora Balivo, “mi ha spinto a gareggiare a Miss Italia. Era solo un modo per rimanere a Roma”. La ministra Roccella ricorda che venne eletta e i fotografi chiesero al marito, “cosa si prova a essere deputato?” e il marito, “in realtà non provo nulla, dato che a essere stata eletta è stata mia moglie”. Perrotta che si è portata i suoi numeri, e che studia, in prima fila, quando sale sul palco cita Virginia Woolf, la sua ricerca di libertà, perché “sono stata sola in stanze piene di uomini”. Ecco dunque tornare la stanza, “la cultura, la libertà economica, le 500 sterline di Virginia Woolf”. Se solo Arianna parlasse. Chi ha dato la dritta? “Viene Arianna, andate”. Mellone, che è stato giornalista, anche del Riformista, “mi facevano fare il fascio di sinistra”, quando le si avvicina ha un’impennata di share. E’ accompagnata dalla sottosegretaria Pina Castiello, da Sara Kelany, di FdI, e porta al collo lo scapolare. Signora Meloni, parliamo di riarmo? “Faccia lei, sono sicuro che farà bene. Ovviamente se stava a scherza’”. Andiamo a prendere il caffè ma Arianna “nun molla”. Arianna lo prende freddo, e possiamo farci il titolo “Arianna la fredda”. Si moltiplicano le telefonate al capo redattore centrale. La speranza è che un collega ceda prima dell’altro e che si decida insieme: nun ce famo niente. Poi c’è sempre il trucco. Ah, non lo sapete? Un collega dice all’altro: andiamo a berci un caffè, e poi, l’altro, “perdonami io devo andare”. Entrambi escono e quasi sempre finisce che si ritrovino dove si erano separati. In questo caso si finisce al bar del Maxxi dove c’è Francesco Rutelli che fa una riunione. Massimiliano Ossini, altro volto Rai, che conduce, e che vuol fare il gentile, il sapiente, con la giuria che ha stabilito i premi, domanda a una delle super donne, Marinella Fiume, quanto sia stato complicato decidere chi premiare, e lei: “Ma che complicato!”. L’allarme: “Arianna si è alzata”. La portavoce: “Per la toilette”. Secondo allarme: “E’ finita”. Si alza, e questa volta va via davvero, ma viene circondata dalla Gerini: “Poi ci vediamo”. E Arianna: “Certo, tesoro”. Il capo del legislativo di Roccella si presenta: “Io sono Antonella Valeriani, madre di tre figli”. E Arianna: “Evvai!”. Si lascia fotografare e lascia anche il suo numero di telefono a una madre con cui scherza: “A mia sorella dicevano ‘ti voterei pure, ma poi come fai a governare, ce la fai?’. Dovremmo invitare, oggi, sul palco, quegli uomini”. Ma non è forse finita? Uomini, professionisti, sono costretti ad adularla, a dirle che è una donna forte, che lei dice sempre la verità, e lei, Arianna: “Giusto, vero. E’ così”.
Adesso le basta alzare il telefono, chiamare qualsiasi giornale per dire la sua sulla Cassazione, sulla guerra in Ucraina, sulla vita privata, su Trump. Arianna Meloni è la copia della sorella, ed è il mondo come lo vorrebbe Giorgia. E’ il mondo del parlare poco e bene (non come la ministra Casellati che ha parlato della “mattanza” delle donne uccise, proprio ora che i delitti stanno scendendo) un mondo dove si ripetono le poche cose certe: “Con Giorgia siamo al centro dello scacchiere nazionale”. Forse, di nascosto, Arianna Meloni darà quel virgolettato a chi con pazienza l’ha seguita per una mattina. Anche questa è libertà. E però, ora basta, basta pensare ancora “ah, quando ce dicevano. Ah, quando eravamo”. L’ultimo tetto di cristallo che è rimasto è in casa loro. Cara Meloni, candidi sua sorella, le dia la sicurezza del seggio. Sarà la parità totale e sarà meraviglioso sentire dalla voce dell’altra Meloni: “Come penso io, Arianna, e come immagino, pensa anche mia sorella…”.
(da ilfoglio.it)
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