UNA MELONI TIRA L’ALTRA
ARIANNA, LA CONTROFIGURA DI GIORGIA: CRITICA DRAGHI E FA CAMPAGNA PER LOLLO
La voce è la stessa, il tono identico (“Aho quanti siete…”), pure il ritardo con cui si presenta agli eventi (40 minuti).
I clienti delle Terme dei Papi di Viterbo, che girano in accappatoio e infradito, la confondono: “C’è la Meloni… ah no è la sorella”, dice delusa una signora appena uscita dalla piscina incuriosita dalla strana platea.
Ma quando si accorge che non c’è la premier torna indietro a godersi la tintarella. Perché l’effetto che fa Arianna Meloni al suo primo comizio è quello della controfigura di Giorgia. Uno sdoppiamento utile per la campagna elettorale. La premier guida il Paese da Chigi, Arianna le piazze per le Europee: la prima si candiderà, la seconda farà campagna (sono previsti altri comizi) ma non sarà in lista.
Ma non è la stessa cosa. Perché Arianna Meloni, da agosto capo della segreteria politica di FdI, non è abituata a tutta questa pubblicità, avrebbe evitato volentieri i giornalisti (“vorrei salutare i militanti, ma con voi è difficile”). È timida, quasi in imbarazzo a parlare in pubblico: “Mi avete ravvivato la giornata – dice ironica – non sono per niente intimidita”. Legge un discorso scritto, più volte incespica con tanto di applauso di incoraggiamento. Il contrario della sorella che negli stessi minuti chiude il comizio del centrodestra a Potenza in vista delle Regionali di domenica.
Arianna Meloni arriva alle Terme dei Papi con una 500 bianca, accompagnata dal responsabile del Servizio Studi di FdI Francesco Filini, fedelissimo di Giovanbattista Fazzolari, e dal deputato viterbese Mauro Rotelli. La scelta del posto non è casuale: è qui, a Viterbo, che nel 2004 ebbe inizio la carriera politica di Meloni con la vittoria al congresso contro Carlo Fidanza. Deve annunciare la candidatura di Massimiliano Grasso a sindaco di Civitavecchia e poi di un candidato della Tuscia alle Europee.
La aspettano tutti: una sala – ovattata, piena di dirigenti di FdI – di 250 persone. La capogruppo in Comune Laura Allegrini la definisce una “leader maxima a livello europeo e non solo” e ricorda i “manipoli coraggiosi” di Viterbo. Il moderatore la osserva spiegandole che gli “manca la salivazione”.
Il capogruppo alla Pisana, Daniele Sabbatini, ricorda che Arianna “è disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte”. Applausi. Aspettano tutti lei. È impacciata, le mettono i microfoni sul leggio e chiede aiuto preoccupata. Il discorso è il remix della propaganda meloniana: l’attacco al Reddito di cittadinanza e al Superbonus, Giorgia che ha ridato all’Italia “credibilità internazionale”.
Nomina la sorella due volte: la prima per nome, la seconda usando il maschile per citare “il” premier. Il resto è un discorso da candidatura in prima persona. Attacca l’Europa “dell’ideologia green”, il “mostro che vuole decidere il diametro delle vongole” e fa un riferimento a Mario Draghi attaccandolo indirettamente: “Chi ci diceva che in Ue andava tutto bene, ora dice che va cambiata”.
Eppure Arianna specifica che la sua non è una candidatura: “Non ho cambiato profilo – spiega – non sono qui per fare la leader nazionale o sostituire il premier. Sono qui da militante FdI”. E quindi “in bocca al lupo a tutti, rimbocchiamoci le maniche: ci vediamo nella mischia” conclude tra gli applausi.
Prima di scappare, lo dice en passant: “Non mi candido alle Europee”. E via a Tarquinia dove deve fare la campagna per l’Università Agricola: un ente che conta tantissimo da queste parti perché controlla 8 mila ettari di terreno e dove si sfidano tre candidati di destra. Deve vincere quello di FdI, Alberto Riglietti. Il compagno ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sostiene lui. E lei deve fare lo stesso.
(da ilfattoquotidiano.it)
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