UNA SPECIE ANIMALE SU QUATTRO E’ A RISCHIO ESTINZIONE
DENUNCIA DEGLI SCIENZIATI AL IV CONGRESSO DELL’UNIONE MONDIALE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA A BARCELLONA… LA PERDITA E IL DEGRADO DELL’HABITAT RAPPRESENTA LA PRINCIPALE MINACCIA PER IL 40% DEI MAMMIFERI… IN ITALIA A RISCHIO ORSI, LINCI, LONTRE, LUPI E CAMOSCI … UN RUOLO PER LA DESTRA
Codice rosso per i mammiferi del Pianeta: una specie su quattro è a rischio estinzione. L’allarme è degli scienziati che a Barcellona, in occasione del IV congresso dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, hanno lanciato l’edizione 2008 della Lista rossa delle specie minacciate. Su 5.487 specie di mammiferi attualmente conosciute, 1.139 rientrano in una delle tre categorie sotto minaccia di estinzione: 188 specie sono in pericolo critico di estinzione, 450 in pericolo, 501 vulnerabili.
La realtà potrebbe essere peggiore in verità , visto che mancano informazioni su circa 836 mammiferi.
La stima dei mammiferi minacciati potrebbe toccare il 36%, ha indicato Jan Schipper, autore di uno studio che sarà pubblicato su Science e che rappresenta il primo e più completo censimento dello stato di salute dei mammiferi, cui ha dato un contributo anche il Dipartimento di biologia animale e dell’uomo dell’Università La Sapienza.
Dallo studio emerge che la perdita e il degrado dell’habitat rappresentano la principale minaccia per circa il 40% di tutti i mammiferi del mondo. La maggior parte delle specie minacciate di estinzione si concentra in Centro e Sud America, nella fascia tropicale dell’Africa, in Madagascar, nel sud e sud-est asiatico.
Almeno 76 specie si sono estinte dal 1500, mentre altre 29 sono ormai potenzialmente estinte.
Qualche segno di speranza è indicato per il 5% di mammiferi dati per quasi spacciati, che stanno invece dando qualche segno di ripresa, come il furetto dai piedi neri in Nord America e il cavallo selvatico in Mongolia, cosi come l’elefante africano.
Male invece il delfino Irrawaddy ( Filippine), minacciato dalla pesca, dalle dighe, dalla deforestazione: se ne contano ormai solo 77 esemplari.
In pericolo anche il narvalo, noto per la zanna d’avorio, minacciato da caccia, commercio e sostanze inquinanti in Russia, America del Nord e Groenlandia. Lo stesso dicasi per le 14 specie di canguro arboricolo, causa la deforestazione e la caccia in Australia e Nuova Guinea.
Veniamo all’Italia: in pericolo sono specie come l’orso, la lince, la lontra, il lupo e il camoscio d’Abruzzo.
Ha dichiarato Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia, che “la conservazione in questi anni ha dato qualche risultato, ma non bisogna abbassare la guardia, occorre fare ancora di più”.
Ha precisato il direttore del Dipartimento di biologia animale e dell’uomo dell’università La Sapienza, Luigi Boitani, che “ogni specie ha un ruolo irripetibile e rappresentano tutte insieme il motore che regge anche noi. Se si estinguono collassa il sistema”.
Tenendo presente che i mammiferi non sono i soli a soffrire: in totale la Lista rossa comprende 44.838 specie animali ( tra cui molti anfibi), di cui 16.928 sono minacciate di estinzione, pari al 38%.
Ci auguriamo che il Congresso di Barcellona dia occasione di riflessione anche ai nostri politici e al Governo stesso, in termini di modello di sviluppo, di controllo del territorio, di vincoli ambientali, di scelte non solo economicistiche.
Di fronte al fallimento di una politica “verde” che non ha saputo dare risposte adeguate, il nuovo Governo sappia comprendere che le istanze ambientaliste sono ben presenti e radicate anche nel proprio elettorato.
Non a caso, sono diventate la bandiera di molti governi di centrodestra in Europa: non si dia al piccolo cabotaggio, ma cerchi di volare alto, dimostrando che le tematiche ambientali “ci appartengono”, come concezione tradizionale della vita, ben più di quanto non siano vicine agli ambienti di sinistra.
Sarebbe ora che anche il Centrodestra italiano si desse una bella mano di verde, dimostrando una concezione della vita e del mondo che superi vecchie concezioni ultraliberiste, condannate dal tempo e dalla Storia.
Si presti attenzione ai piani urbanistici delle città ad es., si ponga fine alle speculazioni sulle coste, si gettino le basi legislative per una severa politica ambientale.
Se qualcuno vuole favorire gli speculatori, si accomodi altrove: a destra vogliamo aria pulita, in tutti i sensi.
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