UNITA’ DEL PDL: CI CREDE SOLO BERLUSCONI
IERI SERA ENNESIMO FACCIA A FACCIA CON ALFANO, CHE RIBADISCE: “IL GOVERNO NON DEVE DECADERE”…. E I MINISTERIALI: “È ANGELINO IL VERO FALCO, HA GIà€ DECISO DI ROMPERE”
Barzellette. A tutto spiano. Le barzellette raccontate ai falchetti radunati dalla Santanchè, martedì sera.
E la farsa sul consiglio nazionale che diventa una barzelletta.
Si rinvia, anzi no, però non si vota il documento, sì che si vota ma il Cavaliere non parlerà del governo.
Dove si va? Boh!
La verità è che dopo mesi trascorsi a muovere i fili di falchi e colombe, e a usare gli uni contro le altre, Silvio Berlusconi è rimasto il solo a credere e professare l’unità del Pdl.
Due scene.
La prima. Raffaele Fitto e Daniela Santanchè che escono da Palazzo Grazioli, nel primo pomeriggio. Anche a loro, nonostante i duri proclami sulla decadenza, B. avrebbe ripetuto che vuole mantenere unito il Pdl, senza la temuta scissione delle colombe di governo.
Dopo che per tutto il giorno, falchi e lealisti si sono esercitati al tiro all’Alfano, colpevole di aver rilasciato un’intervista al Corsera: “Il governo va avanti anche se B. decade. E il consiglio nazionale deve essere una festa per Berlusconi, se la merita”.
Il solito Fitto, banalmente perfido: “Alfano vuole fare la festa al Cavaliere”.
Seconda scena, qualche ora più tardi. Intorno alle diciannove, al civico 55 di via delle Mercede, iniziano ad arrivare gli alfaniani per una riunione di corrente. Formigoni, con tanto di scorta, è assertivo: “I falchi continuano a insultarci, la direzione della scissione è obbligata”.
L’ex governatore lombardo è tra i governisti che sabato vorrebbe andare e contarsi.
Ma tra le colombe prevale la tesi del rinvio da chiedere al Condannato. Altrimenti è rottura. Il protagonista è Alfano, che poi al termine andrà a Palazzo Grazioli per l’ultimo faccia a faccia con Berlusconi.
L’ex segretario del Pdl, ufficialmente lavora per l’unità , ma a microfoni spenti dicono di lui: “Angelino è il vero falco, ormai ha deciso”.
Alfano rivendica comunque il merito di aver fatto slittare la decadenza dasettembre a novembre (e Franceschini del Pd, ieri, ha sgombrato voci su altri slittamenti: “Il 27 novembre si vota”).
Gli alfaniani chiedono un’intesa prima del consiglio nazionale. In ogni caso, con o senza il rinvio. Altrimenti è diserzione.
Il punto cruciale resta però sempre lo stesso: cosa succederà dopo la decadenza di B.? Si può anche continuare a prendere tempo, escogitare soluzione regolamentari e sancire una finta unità per ratificare il passaggio a Forza Italia, ma poi? Quando Berlusconi abbandonerà il Senato? Alfano ribadisce: “Il governo non deve decadere”.
La svolta può arrivare solo dal Condannato, se accetta l’umiliazione senza scossoni, al contrario delle minacce consegnate ai baby-falchetti martedì sera: “Se decado i ministri del Pdl come possono stare con i miei carnefici?”.
È la domanda che assilla il Condannato dall’estate. Al raduno dei falchi ventenni, Berlusconi è tornato di nuovo barzellettiere ma agli stessi ragazzi è apparso “un po’ moscio”.
Del resto anche le storielle raccontate sono riciclate. Una è questa: “Su un aereo viaggiano Obama, Berlusconi, il Papa e un boy scout. Dopo un’ora di viaggio scoppia un incendio, ma ci sono solo tre paracadute disponibili. Subito Obama esclama: io devo per forza salvarmi, in America hanno bisogno di me. Berlusconi a sua volta esclama: io sono l’uomo più intelligente d’Italia! Prende il paracadute e si butta. Restano il Papa e il boy scout. A quel punto, il Papa si rivolge al giovane: prendilo pure, io sono vecchio e tu hai tutta la vita davanti. Pronta la risposta del boy scout: no, Santità , non si preoccupi, l’uomo più intelligente d’Italia si è preso il mio sacco a pelo”.
Dello stesso tenore la seconda: “Berlusconi e i suoi figli sono su un elicottero e passano su una manifestazione dei sindacati. Un figlio gli dice: papà se butti un assegno da 10 mila euro ne fai contento uno. Interviene un altro figlio: no papà , fanne due di assegni, così ne accontenti due. E così via. Alla fine interviene il pilota: presidente se si butta lei li fa contenti tutti”.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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