URSULA HA FATTO BENE I CONTI? FITTO RISCHIA DI FAR SALTARE I FRAGILI EQUILIBRI A BRUXELLES: NONOSTANTE UN’AUDIZIONE DI TRE ORE E MEZZA E UN DISCORSO DAI TONI MODERATI, CON TANTO DI ABIURA DEL FASCISMO, IL MELONIANO NON HA CONVINTO I SOCIALISTI, CHE NON DIGERISCONO LA VIDEPRESIDENZA A ECR
TRA I VETI INCROCIATI DI PPE E S&D, È STALLO: IL VOTO SU FITTO SLITTA A “DATA DA DESTINARSI” E VIENE LEGATO A QUELLO DELLA SOCIALISTA TERESA RIBERA…LA MELONI CAMALEONTE ANNUNCIA CHE FDI VOTERA’ SÌ ALLA COMMISSIONE. MA LA MOSSA DI VON DER LEYEN DI APRIRE A DESTRA RISCHIA DI FAR ESPLODERE LA MAGGIORANZA
Il Parlamento europeo rinvia «a data da destinarsi» il voto su Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Si accende lo scontro sul commissario meloniano. Nonostante una audizione fiume durata tre ore e mezza e un discorso dai toni moderati e concilianti, con tanto di abiura del fascismo (forte delle proprie radici democristiane), Fitto non convince il gruppo dei socialisti di S&d, del quale fa parte il Pd, né la Sinistra e tantomeno i Verdi, che con socialisti, liberali e popolari formano la maggioranza che sostiene la Commissione.
I socialisti non vogliono per l’italiano la vicepresidenza, un braccio di ferro è in corso anche sulla spagnola Teresa Ribera: viene fatto slittare il voto su tutti i sei vicepresidenti indicati da von der Leyen. Si apre ora una difficile trattativa e Giorgia Meloni da Roma, assai irritata, se la prende con Elly Schlein.
Fitto nel suo “esame” davanti al Parlamento europeo tiene un discorso a dir poco moderato, con l’accortezza di non citare FdI: «Non sono qui a rappresentare un partito politico o un Paese membro — dice — sono qui per affermare il mio impegno per l’Europa».
Il ministro apre su due argomenti che preoccupano Bruxelles, viste le prese di posizione del governo Meloni: lo stato di diritto come «valore fondante» e il Green deal, contestato dal governo italiano a partire dallo stop alla produzione di auto endotermiche dal 2035 («Condivido le linee guida della presidente von der Leyen»).
Per convincere i socialisti, il candidato meloniano prende le distanze dell’estrema destra e da Viktor Orbán: «Non sono fascista e il mio ruolo sarà di equidistanza con tutti gli Stati membri». «Fitto schiva le domande sullo stato di diritto ed è tiepido sul Green deal», sostiene il co-presidente dei Verdi Bas Eikhout.
Non basta però. «Se la sta cavando, ma restano domande a von der Leyen sullo spostamento a destra della Commissione nel suo insieme», dice dal Pd l’eurodeputato Dario Nardella. Certo non aiuta l’annuncio dei parlamentari di Afd: «Voteremo Fitto insieme al Ppe, la maggioranza di destra è il futuro», dice Alexander Jungbluth del partito di estrema destra tedesco.
Il sostegno delle destre unite — con il Ppe, anche Ecr, Patrioti, Afd — permetterebbe al meloniano di raggiungere la maggioranza e il sì alla nomina, ma mette in difficoltà von der Leyen e i popolari. Per lanciare un segnale che aiuti a sbloccare lo stallo, il capo delegazione di FdI Carlo Fidanza annuncia il voto favorevole alla Commissione von der Leyen, anche se i Conservatori sono fuori dalla maggioranza: «Le diverse delegazioni nazionali dell’Ecr valuteranno, ma Fratelli d’Italia voterà sì», dice Fidanza.
(da La Repubblica)
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