USURA: I MAGISTRATI CONTRO BANKITALIA
UNA CIRCOLARE SULLE COMMISSIONI DEL MASSIMO SCOPERTO RIALZA GLI INTERESSI PASSIVI
C’è una circolare della Banca d’Italia all’origine della clamorosa inchiesta che la Procura di Savona ha aperto a carico di cinque banche accusate di usura. Questa circolare autorizza tutti gli istituti di credito ad applicare la commissione di “massimo scoperto” sulle somme affidate ai correntisti, fino a maturare interessi da usura.
Secondo il procuratore capo, Vincenzo Scolastico, questa circolare è illegittima perchè in palese contraddizione con l’art. 644 del codice penale che chiarisce che contribuiscono agli interessi usurari tutte le voce che non riguardano le tasse e le imposte di bollo, mentre la circolare fa un distinguo inspiegabile e dice che la commissione di massimo scoperto non partecipa al conteggio del tasso usurario. Gli effetti sui correntisti sono molto pesanti.
Non dimentichiamo che Banca d’Italia è controllata al 100% da Banche e Fondazioni bancarie, detentrici della totalità del suo capitale ( l’Italia è l’unico Paese al mondo dove ciò avviene). In sostanza l’accusa è di aver introdotto, attraverso l’organo che dovrebbe vigilare sulle banche ma che di fatto è controllato dalle stesse, una direttiva in contrasto con le leggi e che consente un beneficio economico evidente agli istituti di credito. La commissione di massimo scoperto, applicata ogni trimestre, secondo le stime dei consumatori, rende da sola 43 miliardi di euro l’anno.
Secondo gli inquirenti “la funzione della banca d’Italia è quella di rilevare i tassi medi, mentre il dovere degli Istituti di credito è quello di modulare le proprie richieste alla clientela entro i limiti previsti dalla legge, pena la messa in atto del reato di usura. Ma i ruoli si fraintendono, visto che controllore e controllato sono praticamente un tutt’uno”.
Il procuratore di Savona ha chiesto alla GdF di identificare i legali rappresentanti e i direttori di filiale delle cinque bance denunciate ( Carisa, Carige, Popolare di Novara, Monte dei Paschi e Lodi), ma potrebbe non bastare.
I precedenti delle altre inchieste dicono che la strategia degli indagati è di addebitarsi reciprocamente le colpe: dal presidente ai direttori generali, dai responsabili dell’area marketing ai direttori di filiale, talvolta si chiama in causa persino “il programma preimpostato del computer”a propria discolpa.
C’è da dire che su grandi somme la commissione di massimo scoperto, anche solo per poche ore di rosso, matura cifre enormi. Sarebbe auspicabile che il nuovo Governo intervenisse con norme precise e severe a tutela dei correntisti, ristabilendo un ruolo centrale chiave dell’ “autorità politica”, affinchè, se il governo Prodi era diventato espressione dei finanzieri e delle banche, il nuovo governo di centrodestra sia quello del popolo dei correntisti e dei risparmiatori.
Leave a Reply