VENETO, TUTTE LE MACERIE CHE LASCERA’ ZAIA
ASSENTEISTA RECORD, I PESTICIDI, LE TEMPESTE: LA NARRAZIONE APOLOGETICA SI SCONTRA CON LA REALTA’
Adesso che Luca Zaia non c’è (non ci sarà) più, chi potrà raccontare un Veneto che non è mai esistito se non nella narrazione illusoria e consolatrice di un mondo perfetto? In attesa che il governatore entri nell’albo d’oro della Regione Veneto – tre mandati, 15 anni di potere, come solo Giancarlo Galan è riuscito a fare – merita di gettare uno sguardo sullo Zaiastan, con le sue promesse e le sue macerie.
Bostik & Poltrona.
Diceva: “Lavorerò pancia a terra fino alla fine per i veneti”, ma si è aggrappato all’ultimo dei Viceré meridionali sperando nel via libera al terzo mandato (per lui il quarto). Irriducibile, ha anche chiesto al Consiglio di Stato di spostare il voto al maggio 2026, guadagnando nove mesi.
Assenteista record.
Su 158 convocazioni del consiglio regionale, si è presentato solo 12 volte su 158 (7.06%). Tasso di assenteismo al 92,9%, che sale al 99,7 considerando le 16 votazioni (su 6359) a cui ha partecipato. Gli altri governatori viaggiano tra il 57 e il 95% di presenze.
La madre delle battaglie (perse).
L’autonomia è Zaia, Zaia è l’autonomia. Peccato che la riforma sia impantanata, otto anni dopo il referendum del 2017. In mezzo ci stanno 3 legislature, 5 governi (3 con ministri leghisti) e per 2 volte Matteo Salvini vicepremier.
Partito negletto.
Ha detto: “Sono un amministratore, non un politico”. Infatti si è interessato a intermittenza della Lega senza contrapporsi a Salvini, come molti dei suoi gli chiedevano. Risultato: la Lega alle Europee 2019 aveva in Veneto il 49,8%, è sprofondata al 13,1 nel 2024.
Il sorpasso.
Nonostante Zaia, Lega ridicolizzata in Veneto da FdI. Politiche 2022: 32,6% contro 14,6. Europee 2024: 37,6% contro 13,1. Sorpasso storico, perciò Meloni vuole la Regione.
Covid in diretta.
Zaia ha governato emergenze, Vaia e inondazioni. Con il Covid ha costruito un consenso mediatico che nel 2020 lo ha premiato: rieletto con uno stratosferico 76,8%.
Pedemontana colabrodo.
Ha finito la Pedemontana Veneta da 2,5 miliardi, ma si è accollato il rischio pedaggi. In 39 anni la Regione pagherà al concessionario 12 miliardi di euro (300 milioni all’anno) e siccome il traffico scarseggia, solo in 9 mesi del 2024 il “buco” pubblico è stato di 47 milioni di euro. Si profila una perdita di qualche miliardo.
L’ultima pista.
“Iconica” e “bella come il museo Guggenheim” (testuale) la pista da bob di Cortina sarà l’ultima della storia (lo ha detto il presidente del Cio). Il governatore l’ha fortissimamente voluta e se la gode, tanto i 124 milioni di euro li paga lo Stato, non la Regione (che nel 2019 aveva promesso di farsene carico).
Colline ai pesticidi.
Un vanto il riconoscimento Unesco (2019) delle Colline del Prosecco quale patrimonio dell’umanità. Con un record di pesticidi in Veneto: 16 milioni di kg nel ’23; 3,3 kg per abitante.
Acque maledette.
Altro che “tolleranza zero” con i Pfas. La Miteni di Trissino, nell’indifferenza degli enti pubblici, ha inquinato falda e acquedotti di tre province (Vicenza, Verona, Padova) e un territorio dove vivono 350 mila persone.
Terra divorata.
Il Veneto è “maglia nera” per consumo del suolo, prima della Lombardia: 891 ettari in più nel 2023, con percentuale di occupazione all’11,8.
Scandalo Mose.
Zaia se ne è sempre chiamato fuori, ma le tangenti proliferarono quando lui stava in Regione, vice di Giancarlo Galan.
Banche amiche.
Quando Bankitalia ispezionò Veneto Banca, prima del crac, Zaia disse: “È dittatura finanziaria”. E 200 mila risparmiatori (con PopVicenza) sono finiti sul lastrico
Sanità privata.
Sanità pubblica da 11,8 miliardi che funziona, ma arretra su quella privata, che nel 2022 tocca 3,8 miliardi di euro, con un costo pro-capite di 790 euro. Incide sul 15,6% dei ricoveri ospedalieri e sul 13,7% di prestazioni specialistiche. Le lunghe attese sono una piaga non ancora eliminata.
Tasse Zero.
Zaia si è vantato: “Veneto tax free, non metto le mani nelle tasche dei veneti”. Nel 2024 ha aumentato l’Irap per le aziende (50 milioni di euro, da rivedere al rialzo) anche per i buchi della Pedemontana.
(da ilfattoquotidiano.it)
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