VERTICE NOTTURNO SULLE PRIMARIE PDL TRA LITI E TANTI DUBBI
L’IRA DEGLI EX AN: “SONO SOLO CONGRESSI PROV. MASCHERATI”… TREMONTI: “PARTECIPERO’ DI SICURO PER INTERCETTARE I DELUSI”
Ci sono volute oltre tre ore, e un vertice tra il Cavaliere, Letta, Alfano, Verdini, Cicchitto e la Gelmini, per arrivare a strappare quel «ok, fatele» dell’ex premier a primarie che il segretario a questo punto vuole a tutti i costi, per salvare il Pdl da una lenta e inesorabile agonia.
Ma il percorso per arrivare a stabilire regole, candidature, programmi attorno a un evento che registri un grande successo popolare (massimo obiettivo) o comunque un momento di coesione e rilancio interno (obiettivo minimo) appare ancora molto impervio e accidentato.
Ieri sera, dopo una giornata di lavorìo infinito, trattative, urla e liti, il tavolo delle regole ha rimandato gli ultimi nodi a oggi: si terranno primarie più o meno all’americana, su base regionale o (più probabilmente) provinciale, scaglionate da metà dicembre (forse) fino a febbraio, con l’elezione o di delegati o (pare) direttamente dei candidati, con raccolta di firme e idee degli elettori sul web e tetto di spesa di 200 mila euro, per arrivare a una convention finale di proclamazione degli eletti.
Ma la soluzione lascia scontenti tanti.
La componente degli ex An, critica (soprattutto Meloni) per quella che appare «una sequela di congressi provinciali mascherati», e soprattutto indignata per essere stata esclusa nei suoi massimi rappresentanti (La Russa e Gasparri) dal vertice con Berlusconi («Volete farci fuori per farvi la vostra legge elettorale!», la protesta).
E se i possibili sfidanti di Alfano, Santanchè e Galan fra gli altri, affilano le armi per oggi («Io sono pasionaria ma non cretina – avvertiva in mattinata la prima -, voglio partecipare, ma se mi legano le mani mi chiamo fuori»), altri candidati, attesi o meno, spuntano a turbare sonni.
Formigoni deciderà oggi cosa fare dopo aver valutato se «nel programma di Alfano saranno recepiti alcuni punti».
Tremonti conferma l’intenzione di esserci: «Penso di sì, voglio parlare ai delusi del Pdl», e la stessa Gelmini, per rappresentare l’area più moderata, comincia a prendere in considerazione l’idea di candidarsi.
Il tutto mentre spunta la sorpresa choc: Sgarbi annuncia che si presenterà in ticket con l’avvocato e imprenditore Gianpiero Samorì.
L’uomo, quest’ultimo, che secondo le voci starebbe organizzando per il Cavaliere la famosa lista di imprenditori da affiancare o lanciare in alternativa al Pdl: «È un cavallo di Troia per farle saltare!», «È un supermilionario che ci farà fuori tutti!» i commenti all’annuncio.
In serata Samorì smentisce: «Nessuno può parlare a nome mio», ma i sospetti restano.
(da “Il Corriere della Sera“)
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