“VIRGINIA ATTENTA, RISCHI DI FINIRE COME PIZZAROTTI”, E LA RAGGI ERA SUL PUNTO DI RASSEGNARE LE DIMISSIONI
LA SINDACA DI ROMA PARTE AZZOPPATA DALLA LOMBARDI E DALLA TAVERNA
«Virginia, il M5S è imbufalito. Pensano che invece di fare come l’Appendino a Torino, tu possa diventare la nuova Pizzarotti…Non vogliamo che tu faccia la sua stessa fine».
Il processo a Virginia Raggi è durato circa un’ora, in un clima che i bollettini del M5S non hanno neanche provato ad ammorbidire.
Il confronto è stato schietto, com’era prevedibile tra tre donne dal carattere spigoloso. Virginia Raggi, sindaca di Roma da una parte, e Roberta Lombardi e Paola Taverna dall’altra, le due parlamentari che guidano il mini-direttorio nato in supporto a Raggi. Una presenza che è diventata via via ingombrante per la sindaca, la quale, anche fisicamente provata, è stata costretta a cedere alle richieste del direttorio e di Beppe Grillo.
Via Raffaele Marra, il dirigente con un passato di legami con Gianni Alemanno. E via Daniele Frongia, già consigliere che Raggi aveva voluto al suo fianco come capo di gabinetto, forzando la legge Severino sull’incompatibilità . Entrerà in giunta con delega al Patrimonio immobiliare e la probabile carica di vicesindaco.
«Noi siamo il M5S – le hanno detto Lombardi e Taverna – proprio noi non possiamo essere accusati di voler aggirare la Severino».
Essere il M5S vuol dire marcare una differenza quasi ontologica con gli avversari.
La fenomenologia del buon grillino deve tener conto di questo: le scelte di un sindaco 5 Stelle a Roma si fanno in condivisione con lo staff.
La Raggi che a cena con Luigi Di Maio aveva evocato le proprie dimissioni e implorato quasi un ritorno di Alessandro Di Battista «al posto di quelle due», alla fine ha capitolato.
Nelle scosse di assestamento del pasticcio romano, sembra però che lo stesso Di Maio non abbia granchè gradito l’intervento di peso di Grillo, tirato per la giacchetta da Lombardi, proprio mentre lui cercava una mediazione più diplomatica.
Ad affermarsi, per ora, è la morale della squadra che prevale sul singolo: «E’ il Movimento che ha vinto, non tu, cara Virginia, e lo sai benissimo».
Ecco il punto, il M5S, la base, i militanti a cui pare non siano piaciute le prime uscite di Raggi accanto all’arcinemica Maria Elena Boschi e alla presidente della Camera Laura Boldrini.
Avrebbero preferito vederla a Tor Bella Monaca, dove c’è stata una rivolta per il caos rifiuti e hanno incendiato cassonetti.
Ilario Lombardo
(da “La Stampa“)
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