VISIBILIA EDITORE, LA SOCIETÀ FONDATA E AMMINISTRATA FINO AL 2022 DA DANIELA SANTANCHÈ, È STATA COMMISSARIATA DAL TRIBUNALE DI MILANO PER GRAVI IRREGOLARITÀ CONTABILI E GESTIONALI
UNA VITTORIA DEGLI AZIONISTI DI MINORANZA: PER I GIUDICI C’È IL RISCHIO DI “INQUINAMENTO DELLA VERITIERA RAPPRESENTAZIONE DELLA EFFETTIVA SITUAZIONE PATRIMONIALE”
Visibilia Editore, la società editoriale fondata controllata e amministrata sino al 2022 da Daniela Santanchè, è stata commissariata dal Tribunale di Milano per gravi irregolarità contabili e gestionali, spazzandone via amministratori e sindaci. Il ministro del Turismo del governo Meloni, senatrice di Fratelli d’Italia, il cui nome non appare mai nelle 26 durissime pagine del decreto emesso il 29 febbraio dalla sezione d’impresa del Tribunale di Milano, è però il convitato di pietra di questa decisione, che sancisce la vittoria degli azionisti di minoranza capitanati da Giuseppe Zeno che chiedevano da tempo il commissariamento, ai quali nelle scorse settimane si è allineata anche la Procura milanese che da oltre un anno indaga sul disastrato gruppo editoriale-pubblicitario.
I giudici scrivono agli amministratori attuali ma parlano anche al ministro, come emerge da ampi stralci del decreto. La “condotta dell’organo amministrativo” di Visibilia Editore “può costituire anche fonte di potenziale inquinamento della veritiera rappresentazione della effettiva situazione patrimoniale contabile alla base del piano di risanamento in corso”.
Si conferma così quanto scritto dal Fatto nei giorni scorsi: gli amministratori della società non controllavano niente. La gestione contabile, amministrativa e di tesoreria di Visibilia Editore era completamente affidata a Visibilia Concessionaria, Srl di cui Santanchè è socia di maggioranza (75%) tramite Dani Immobiliare, che controlla al 95%.
Se formalmente la ministra era uscita il 17 novembre 2021 da Visibilia Editore con le dimissioni da presidente e amministratore delegato, quando la controllava al 48,6% (per poi azzerare la sua quota l’anno dopo), di fatto era ancora Visibilia Concessionaria (controllata da Santanchè) a decidere tutto, visto che “gli assetti organizzativi, contabili, amministrativi” della Editore “appaiono inadeguati, per l’assenza di procedure e per l’effetto della delegazione di tutte le attività amministrative e contabili, compresa la tesoreria, alla sua cliente principale, Visibilia Concessionaria.
Secondo la Procura l’attuale cda di Editore, nominato dal socio di maggioranza Sif Italia, la società degli eredi del manager Luca Reale Ruffino suicidatosi ad agosto, era “in contiguità” con quello precedente che comprendeva Dimitri Kunz, compagno della ministra, e sua sorella Fiorella Garnero, indagati insieme a Santanchè per falso in bilancio e bancarotta.
Inoltre i Pm hanno accertato violazioni di legge compiute dal cda di Visibilia Editore nel 2020 e 2021, “relative a illegittime domande di accesso alla Cassa integrazione Covid” a zero ore “per due lavoratori (uno dei due è Francesco Maggioni, amministratore unico di Visibilia Editrice e responsabile amministrativo di Visibilia Editore) che invece avevano continuato a svolgere regolarmente il loro lavoro; irregolarità in corso di sanatoria con Inps”.
Ma il commissariamento stabilisce anche (in base alla relazione ispettiva del tribunale) che alcuni bilanci sono stati falsati da irregolarità, grazie alle quali è stato occultato il fatto che la Editore aveva perso il capitale sociale finendo in patrimonio netto negativo (cioé in gravissima crisi) già nel 2021, anno nel quale Santanchè è stata per 11 mesi l’ad.
L’amministratore nominato dal Tribunale, l’avvocato Maurizio Irrera di Torino, ha ora sei mesi per risollevare Visibilia, che a dicembre ha chiesto la composizione negoziata della crisi d’impresa. Ma Sif Italia non vuole più investirvi un cent e vuol venderne la sua quota. La continuità aziendale è sempre più a rischio: potrebbe scattare la liquidazione e, con essa, indagini e revocatorie indietro per 5 anni. Fino al cuore della gestione targata Santanchè.
(da agenzie)
Leave a Reply