VITTORIA DELLA GIUSTIZIA, CAROLA LIBERA, ANNULLATO L’ARRESTO: “HA AGITO PER ADEMPIERE AL DOVERE DI PORTARE IN SALVO I MIGRANTI”
“NON DOVEVA ESSERE ARRESTATA, NESSUN REATO DI RESISTENZA A NAVE DA GUERRA, NESSUNA RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE PERCHE’ HA AGITO IN ADEMPIMENTO DI UN DOVERE, GIUSTO PUNTARE SU LAMPEDUSA PERCHE LIBIA E TUNISIA NON SONO PORTI SICURI”… RESPINTA RICHIESTA DEL PREFETTO DI ESPULSIONE PER “ESIGENZE DI GIUSTIZIA”
Una giornata in lunghissima attesa. Poi alle otto di sera il verdetto della gip di Agrigento Alessandra Vella.
Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3 torna libera dopo quattro giorni trascorsi agli arresti domiciliari.
Il gip è andata ben oltre la richiesta dei pm, non convalidando l’arresto della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare.
Viene dunque meno la misura degli arresti domiciliari deciso dalla procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perchè i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.
La Rackete dunque è libera di muoversi.
Ad Agrigento dovrà tornare il 9 luglio per l’interrogatorio davanti ai pm nell’altro filone d’inchiesta in cui è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Adesso tutti gli occhi sono puntati sul Viminale dove si è atteso per tutto il pomeriggio il provvedimento del giudice per decidere di conseguenza come muoversi con il decreto di espulsione più volte annunciato dal ministro Salvini se la Rackete fosse stata rimessa in libertà . Un provvedimento amministrativo non facile però da eseguire visto che la Procura ha rigettato la richiesta di nullaosta del prefetto di Agrigento per esigenze di giustizia.
Fermo restando che a espellere una persona innocente qualcuno rischia qualche annetto di carcere.
(da agenzie)
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